"Nell'aria che avvolge Roma si sentono milioni di battiti e l'ansia che sale, lenta, inesorabile, come l'umidità sui muri di Trastevere. Se davvero esiste "er core de Roma" o lo senti adesso o semplicemente non sei dei nostri". Nelle parole di Luca Di Bartolomei, figlio del capitano giallorosso Ago, c'è tutta l'attesa dei tifosi che aspettano il match più importante dal 1984 ad oggi. Una vera e propria resa dei conti per alcuni, tantissimi, che da 34 anni aspettano l'occasione di riscattarsi da una finale perduta e mai digerita.
Mancano poco meno di due ore alla semifinale di Champions fra Liverpool e Roma, e la tensione è alle stelle. 2.500 i tifosi della Capitale in trasferta che fra ieri sera e oggi hanno invaso le strade della città dei Beatles per assistere al match contro i Reds di Klopp e sognare insieme alla squadra in campo, in maglia rigorosamente bianca come nel 1984. Da Falcao, Cerezo, Pruzzo, Nela, Conti e Di Bartolomei, il testimone passa oggi a Florenzi, capitan De Rossi, Strootman, Kolarov, Nainggolan e Dzeko, insieme alla possibilità di regalare ai propri tifosi la vendetta, freddissima, per una favola che oltre trent'anni fa non si è conclusa affatto con un lieto fine.
Vendicare la finale persa la speranza di supporter e squadra, speranza sulla quale però nemmeno i bookie - anche dopo il miracolo in campo contro il Barcellona - sono disposti a scommettere: su Snai i Reds sono nettamente avanti, a 1,60, contro il 5,25 del blitz giallorosso e il 4,25 della «X», mentre gli inglesi di Stanleybet vedono il Liverpool favorito nelle quote a 1.57 contro il 6.00 per la Roma, con il pareggio pagato 4.05 volte la posta in gioco.
A credere e sperare - ma in silenzio, perché la scaramanzia non è mai troppa - sono però la città e i suoi tifosi, quel magnifico 'core de Roma' che dal sorteggio di Nyon batte all'impazzata e all'unisono per la lunga notte dell'Anfield.