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Inps, Civ contro uomo solo al comando. Boeri "Vado avanti"

29 settembre 2016 | 19.23
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Arrivano in Parlamento le tensioni al vertice dell'Inps. In una doppia audizione, prima del presidente del Civ, Pietro Iocca, e poi del presidente dell'istituto, Tito Boeri, si consuma un botta e risposta secco sulla riforma interna che ha sollevato già i dubbi del Governo. "Se si asciugano le competenze di Civ, Dg e Collegio dei sindaci alla fine si asciuga anche la democrazia e resta un uomo solo al comando" è l'affondo di Iocca, che chiede un passo indietro, la modifica o il ritiro del provvedimento, come condizione per fermare il ricorso al Tar già presentato. A stretto giro la replica di Boeri. "Assolutamente non ritireremo nulla. Apporteremo alcuni chiarimenti per rispondere ai rilievi ma la riforma andrà avanti. La sostanza non cambia e l'impianto resta quello già indicato", scandisce il presidente dell'Inps.

Lo scontro si consuma sui tre regolamenti emanati da Boeri che rivoluzionano la governance, riducono le direzioni e, soprattutto, rivedono la distribuzione di poteri tra presidente, dg e il consiglio di indirizzo e vigilanza. Aspetti, questi, che il Governo non condivide. Il ministero del lavoro, sentiti il Tesoro e la Funzione Pubblica, boccia in particolare la commissione esterna nominata dal presidente, che dovrebbe indicare i nuovi dirigenti generali Inps, e la diminuzione dei poteri del direttore generale a vantaggio del presidente. E il governo esprime dubbi anche sui presunti risparmi di spesa che arriverebbero con la riduzione dei dirigenti di prima fascia. "Non è tanto uno scontro tra Civ e Boeri perché gli stessi rilievi sono stati avanzati dal collegio sindacale, dal Mef e da ultimo anche dal magistrato della Corte dei Conti che in una lettera ha invitato Boeri a porre termine a quegli atti che sono emanazione del nuovo regolamento", fa notare Iocca.

Rispetto a questi rilievi, Boeri replica punto su punto. Il presidente dell'Inps prevede solo aggiustamenti, sopratutto relativamente al regolamento di organizzazione e un chiarimento relativo al nuovo regolamento sugli incarichi per quel che riguarda "il ruolo istruttorio della Commissione". L'obiettivo, spiega, "è che entro la fine dell'anno possa completarsi il rinnovo del gruppo dirigente, anzi, spero anche prima" per poter avviare una serie di nuove assunzioni. E stupisce il presidente dell'Inps che il Civ abbia presentato un ricorso ora, "tra l'altro drammatico e costoso", mentre in passato "di fronte a momenti ben più difficili di questo non si sia arrivati ad impugnare il provvedimento", prosegue.

Avanti tutta sulla riforma, dunque che, dice Boeri, è "una riforma ambiziosa": "l'abbiamo pensata e avviata dal gennaio 2016. In altre occasioni le modifiche sono state concluse dopo un mese", prosegue, ricordando come "i risparmi di spesa sono quelli che ci consentiranno di varare nuove assunzioni di giovani laureati". A regime, stima Boeri, "si avranno risparmi quantificabili in circa 8 milioni, tra costi diretti e indiretti, delle diverse direzioni rimosse. Risparmi che contribuiranno a finanziare il piano di assunzione di 900 giovani laureati". Non solo. Lo stop alla riforma, secondo il presidente dell'Inps, peserebbe anche sulle ultime scelte del Governo. "Se vogliamo far decollare l'Ape serve una macchina efficiente. L'ape è una operazione complessa e necessita di una presenza capillare sul territorio per gestire le domande. Fermare ora la riforma dell'Inps, dunque, porterebbe a problemi per l'attuazione dell'Ape", avverte, aggiungendo: "Abbiamo lavorato e fatto di tutto per essere pronti per l'Ape".

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