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Inps: taglio dirigenti generali da 56 a 38 con integrazione Inpdap e Enpals

21 marzo 2014 | 12.03
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Inps: taglio dirigenti generali da 56 a 38 con integrazione Inpdap e Enpals

Roma, 21 mar. (Labitalia) - Un drastico calo di manager, da 56 a 38 e la concentrazione di nuove funzioni. E' quanto prevede il riassetto dell'Inps in base all'integrazione con Inpdap ed Enpals, secondo quanto si evince dal documento sul piano industriale per il 2014-2016 dell'Inps consegnato ieri dal commissario straordinario dell'Inps, Vittorio Conti, nel corso di un'audizione alla Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza, che ha tenuto insieme al direttore generale, Mauro Nori.

"Le funzioni di livello dirigenziale generale -si spiega nel testo- passeranno da 56 a 38, a cui si aggiungono 11 funzioni di livello dirigenziale generale per progetti temporanei. Il processo di riassetto sarà ispirato a principi di razionalizzazione organizzativa, con l'eliminazione delle ridondanze, la chiara distinzione tra funzioni di line e di staff, lo sviluppo di efficaci modelli di governance e controllo, il contenimento dei livelli decisionali e la contrazione degli attuali assetti dirigenziali".

"Il personale, che rappresenta la principale risorsa dell'Istituto, è alla base dei risultati in termini di produttività e qualità dei servizi resi al cittadino - sottolinea il documento- e per questo motivo sul personale è indispensabile costruire il futuro sviluppo dell'Inps, soprattutto nell'attuale fase di integrazione degli enti soppressi". "Le contrazioni sulla quantità di personale, la centralità del capitale umano nell'adempimento del mandato istituzionale e i rilevanti impatti sociali che eventuali decrementi del livello di qualità dei servizi comporta - si legge nel testo - determinano, quindi, la necessità di agire su due fronti".

Da una parte, spiega, "assicurare un flusso di ingresso di nuove risorse umane, in grado di bilanciare la significativa e crescente contrazione che si prevede proseguire anche nei prossimi anni, con il costante ampliamento dei compiti dell'Istituto". "Si stima un fabbisogno - precisa - di circa 2.500 unità che, rispetto all'attuale quadro normativo e alle previsioni di fuoriuscita del personale, troverà parziale copertura attraverso l'inserimento di circa 500 unità. Sulle restanti 2.000 unità di personale, dovrà essere avviato un turnover finalizzato all'inserimento di giovani laureati e al progressivo abbandono di qualifiche non più spendibili nel rinnovato contesto gestionale e operativo, rimuovendo gli attuali vincoli e potendo attivare proprie risorse finanziarie".

Dall'altra, invece, "continuare e incrementare l'investimento nella formazione del personale, che ricopre un ruolo fondamentale per favorire l'accrescimento delle professionalità e dei livelli di conoscenza delle risorse umane impegnate nei diversi processi di lavoro", conclude.

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