Il ministro: "Tema della privacy usato dalla politica per tutelare sé stessa". Ma Salvini insiste: "Galera per chi pubblica stralci senza rilevanza penale"
"Le intercettazioni rimangono uno strumento fondamentale per le indagini e hanno reso possibile la conoscenza di scandali: non posso portare indietro le lancette della Storia". E' quanto dichiara il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede nel programma 'In Viva voce' su Rai Radio1, osservando che "in passato, il tema della privacy è stato usato dalla politica per tutelare sé stessa".
Non è dello stesso parere il ministro dell'Interno Matteo Salvini, per il quale se nella pubblicazione di intercettazioni "ci sono aspetti che riguardano la vita privata che escono dalla Procura e finiscono in edicola, dovrebbe finire in galera sia chi le fa uscire dalla Procura sia chi le pubblica sui giornali".
"Non è civile che i giornali siano pieni di pezzi di intercettazioni senza nessuna rilevanza penale. E' una cosa da quarto mondo. Se ci sono cose che riguardano processi e reati è giusto che li si legga", ha spiegato.