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Intercettazioni: Orlando, nessuna volontà di colpire la stampa

27 luglio 2015 | 13.57
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No al carcere per i giornalisti

Andrea Orlando (foto Infophoto) - INFOPHOTO
Andrea Orlando (foto Infophoto) - INFOPHOTO

Una 'clausola di salvaguardia' per tutelare i giornalisti sulla diffusione di immagini e audio registrati di nascosto: "Mi sembra si stia andando in questa direzione, era quello che avevamo auspicato", spiega il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, parlando a margine di un evento a Expo. "Credo che la rapidità con la quale si è ritenuto di dover riscrivere la norma dimostri - sottolinea il ministro - che non c'era alcuna volontà da parte della maggioranza, e dei gruppi della maggioranza, di colpire la stampa".

Secondo Orlando la direzione da seguire è questa, "cercando di spiegare meglio i caratteri delle attività fraudolente e quindi anche quali sono i soggetti titolati ad esercitare in qualche modo quella funzione. Quella - sottolinea Orlando - e un ritocco della pena, possono dare una risposta compiuta a una polemica forse eccessiva e che comunque merita attenzione", dice ancora il ministro.

"La tempistica è quella che ci consenta di arrivare al voto definitivo entro la pausa estiva", dice poi rispondendo ai giornalisti che chiedono informazioni sui tempi di approvazione della riforma. "Mi auguro che si arrivi all'approvazione prima della pausa estiva - spiega - ma dipenderà anche dal comportamento delle opposizioni: mi auguro che questo sia un orizzonte temporale che possa essere rispettato". Parlando dell'emendamento Pagano, Orlando spiega che "viene da un’altra forza politica, il Pd ha ritenuto condivisibile l'istanza di fondo; si sono manifestate perplessità sulle modalità attraverso cui questa istanza, che ripeto va difesa, veniva tutelata", dice il ministro.

Adesso l'intento è "di precisare meglio la ‘ratio’ della norma, che a mio avviso era comprensibile da un certo tipo di interpretazione. Il fatto che abbia creato così tanta inquietudine ci ha consigliato - conclude il ministro - di precisarla meglio".

EMENDAMENTO - E' stato presentato in aula alla Camera un emendamento del Pd alla riforma del processo penale che esclude il carcere per i giornalisti che utilizzano, nell'esercizio di diritto di cronaca, conversazioni registrate di nascosto. La pena detentiva resta, fino a quattro anni, secondo l'emendamento firmato da Walter Verini e David Ermini, ove la diffusione sia finalizzata al solo scopo di recare danno alla reputazione o all'immagine altrui.

Il testo dell'emendamento prevede "che costituisca delitto, punibile con la reclusione non superiore a quattro anni, la diffusione al solo fine di recare danno alla reputazione o all’immagine altrui, di riprese audiovisive o registrazioni di conversazioni, anche telefoniche, svolte in sua presenza ed effettuate fraudolentemente. La punibilità è esclusa quando le registrazioni o le riprese sono utilizzabili nell’ambito di un procedimento amministrativo o giudiziario o per l’esercizio del diritto di difesa o del diritto di cronaca".

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