Roma, 16 apr. (Adnkronos/Ign) - La diffamazione via Facebook si realizza anche se avviene senza nominare il destinatario dell'offesa. Lo sottolinea la Cassazione, nell'annullare l'assoluzione accordata ad un maresciallo della Gdf che sui social network aveva offeso la reputazione di un collega, pur senza nominarlo, esprimendo giudizi poco lusinghieri sul suo conto.
Il finanziere, condannato a tre mesi di reclusione militare (con i doppi benefici) per diffamazione pluriaggravata, era stato assolto dalla Corte militare d'appello della capitale considerato che non era possibile arrivare al diretto interessato. Contro l'assoluzione ha fatto ricorso con successo il pg presso la Corte militare d'appello di Roma, sostenendo che le frasi erano circolate su un social network con la conseguente diffamazione per il diretto interessato. La Quinta sezione penale della Suprema Corte ha quindi giudicato "fondato" il ricorso, rinviando il caso al giudice d'appello.