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Internet: Telefono azzurro, cresce richiesta aiuto cyberbullismo e sexting

10 febbraio 2014 | 18.32
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"Sono numerose la richieste arrivate negli ultimi dodici mesi a Telefono Azzurro per problematiche inerenti l'uso del web. I ragazzi chiamano soprattutto per casi di cyberbullismo (21, 2%), sexting (22,2%) e difficoltà relazionali vissute on line (8,3%). Ma chiamano anche gli adulti, soprattutto per segnalare casi di adescamento on line e pedopornografia (37%)". Lo fa sapere l'associazione di tutela dei bambini in occasione del convegno "La rete che ci piace", tenutosi oggi a Milano, nell'ambito del Safer Internet Day. Durante l'incontro i relatori hanno avuto la possibilità di ascoltare da un gruppo di studenti milanesi, tra i 14 e i 17 anni, alcuni significativi esempi di quello che succede loro quando navigano in rete, in particolare nei social network, dove si sentono scarsamente protetti.

"Non dobbiamo aver paura della rete - avverte il presidente di Telefono Azzurro, Ernesto Caffo- ma conoscerla e costruire percorsi nuovi, che coinvolgano tutti noi che abbiamo responsabilità delle nuove generazioni". "L'associazione infatti - sottolinea Caffo - negli ultimi anni si è impegnata proprio in questo senso, trasformandosi da tradizionale punto di ascolto telefonico in un centro multimediale di confronto e aiuto per i giovani". Sulla stessa linea si esprime anche la presidente della Commissione bicamerale per l'infanzia, Michela Vittoria Brambilla, che si sofferma sulla "necessità di impegnarsi per favorire una migliore conoscenza della rete, evitando due errori di fondo: la sua demonizzazione e l'indifferenza con cui gli adulti spesso sembrano osservare il mondo virtuale". Brambilla evidenzia inoltre "la mancanza di una adeguata legislazione per educare ai media, in particolare quelli digitali, cui si cercherà di provvedere quanto prima in Parlamento".

Al centro del convegno anche la necessità di un adeguamento professionale degli stessi educatori: "spesso i ragazzi sono molto più avanti, in campo informatico, non solo dei loro genitori, ma anche dei loro insegnanti, che spesso sono all'oscuro di quel che avviene in rete e di come sia facile accedere a siti pericolosi. Una realtà invece ben conosciuta, dagli organismi di polizia (esemplari in proposito le testimonianze della rappresentante della Polizia Postale, Fabiola Treffiletti, del Coordinatore del Pool anti reati di pedofilia e pedopornografia Pietro Forno) e dagli attori principali del web: provider, gestori di reti, software-houses ed aziende produttrici di nuove tecnologie. A tutti loro il presidente di Telefono azzurro ha chiesto di adoperarsi "per introdurre tutti gli accorgimenti tecnici per prevenire e bloccare possibili attività illecite on line".

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