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Intesa europea sul clima, emissioni tagliate del 40% entro il 2030

24 ottobre 2014 | 08.12
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L'accordo raggiunto dai leader dei 28 prevede di portare al 27% la quota di energia pulita e l'incremento di efficienza energetica. Mentre sul fronte dell'interconnesione delle reti l'Ue si impegna ad arrivare a una quota del 15%, sempre per il 2030, e del 10% entro il 2020

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Raggiunto nella notte a Bruxelles dai leader dell'Unione Europea l'accordo sul clima. I capi di Stato e di governo dei 28 hanno confermato le attese della vigilia per un'intesa che prevede la riduzione entro il 2030 del 40% delle emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990, fissa al 27% la produzione di energia da fonti rinnovabili ed alla stessa percentuale l'incremento di efficienza energetica. Tuttavia, in proposito, ogni Paese è "libero di fissare propri target nazionali più alti", si legge nelle conclusioni.

I leader dei 28 sono riusciti ad accordarsi su un altro punto controverso: per quanto riguarda l'interconnessione delle reti, l'Ue si impegna ad arrivare ad una quota del 15% entro il 2030, come chiedeva in particolare il Portogallo, e del 10% entro il 2020.

"Non è stato facile, ma siamo riusciti a raggiungere una decisione equa, l'accordo mette l'Europa su un percorso ambizioso", ha detto in una conferenza stampa il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, al suo ultimo summit, sottolineando come, "con la crisi in Ucraina e le turbolenze in Medio Oriente, sia diventato molto chiaro quanto urgente e vitale sia ridurre la dipendenza energetica europea".

L'Ue, ha fatto eco la cancelliera tedesca Angela Merkel, può adesso essere considerata "un attore decisivo" nei colloqui sul clima che si terranno a dicembre del prossimo anno a Parigi per arrivare ad un nuovo trattato globale. E ancora, secondo il presidente francese Francois Hollande, l'intesa raggiunta nella notte a Bruxelles "è molto ambiziosa per il pianeta, perchè l'Europa sta dando l'esempio".

Soddisfatti anche i Paesi dell'est europeo, ancora molto dipendenti dal carbone, altamente inquinante, che temono un aumento dei costi dell'energia a causa dei nuovi impegni. A parlare per loro è stata la nuova premier polacca, Ewa Kopacz, che ha assicurato che "non ci saranno oneri aggiuntivi". Varsavia ed altre capitali, infatti, sono riuscite ad ottenere una clausola di revisione per rivedere gli obiettivi dopo i negoziati del 2015, nel caso in cui non si raggiungesse un accordo altrettanto ambizioso a livello globale, con Cina, India e Stati Uniti pronti a impegnarsi allo stesso modo.

Circostanza che fa temere un possibile annacquamento degli obiettivi. Ma Van Rompuy ha ammonito: "Tutto quello che è stato deciso adesso sarà mantenuto e non andremo al di sotto di quello che è stato concordato".

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