cerca CERCA
Venerdì 29 Marzo 2024
Aggiornato: 11:14
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Lingua italiana: aumenta l'uso in famiglia, la parla il 53% degli italiani

27 ottobre 2014 | 11.30
LETTURA: 6 minuti

Negli ultimi 18 anni, dal 1995 al 2012, in Italia è aumentata costantemente la quota di chi usa l’italiano, in maniera prevalente o abbinato al dialetto. Il 53,1% delle persone di 18-74 anni (corrispondenti a 23 milioni 351 mila di individui) parla prevalentemente italiano in famiglia. La quota aumenta nelle relazioni con gli amici (56,4%) e, in misura più consistente, nei rapporti con gli estranei (84,8%). A rivelarlo è uno studio dell'Istat del 2012, "L’Uso della lingua italiana, dei dialetti e di altre lingue In Italia".

L’uso congiunto della lingua italiana e del dialetto, è meno frequente in tutti e tre gli ambiti di relazione: in famiglia si tratta del 32,2% degli intervistati, con gli amici è il 30,1%, mentre con gli estranei si raggiunge solo il 10,7%. Il dialetto in famiglia, invece, è parlato dal 9% della popolazione di 18-74 anni (3 milioni 976mila persone). La percentuale è la stessa (9%) nelle occasioni di relazione con gli amici e scende all’1,8% con gli estranei. Ricorre, infine, all’uso prevalente di un’altra lingua per esprimersi in famiglia il 3,2% della popolazione, il 2,2% la usa con gli amici e lo 0,9% con gli estranei (si tratta per lo più cittadini di nazionalità diversa da quella italiana).

Per quanto riguarda l'età, l’uso prevalente dell’italiano è correlato inversamente all’età in tutti i contesti relazionali: in famiglia varia dal 60,7% dei giovani di 18-24 anni al 41,6% dei 65-74enni. L’opposto si verifica per l’uso esclusivo del dialetto, che passa da una quota molto bassa di giovani e ragazzi che parlano soltanto dialetto in famiglia (circa il 5% per i giovani di 18-34 anni) al 17,6% dei 65-74enni.

Prevalgono le donne e chi ha un titolo di studio più elevato

Circa la distinzione tra genere maschile e quello femminile, le donne mostrano una maggiore propensione a esprimersi soltanto o prevalentemente in italiano in famiglia (55,2% a fronte del 51% degli uomini) e con gli amici (60,9% contro il 51,7% degli uomini). Il divario tra maschi e femmine è maggiore tra i giovani tra i 18 e i 34 anni: a queste età le donne che usano solo o prevalentemente il dialetto in famiglia e con gli amici sono poco più del 2% mentre gli uomini che usano molto il dialetto sono circa l’8%.

La scelta della lingua è ovviamente influenzata anche dal livello di istruzione. Secondo lo studio dell'Istat, usano prevalentemente il dialetto in famiglia e con gli amici coloro che hanno un titolo di studio basso (sono il 24,3% tra chi possiede la licenza elementare), anche a parità di età e di genere, mentre tra i laureati solo l’1,7% si esprime quasi esclusivamente in dialetto.

Anche il territorio determina delle interessanti differenze. Parlare prevalentemente o esclusivamente l’italiano è una pratica più diffusa al Centro e nel Nord-ovest per tutti e tre i contesti relazionali esaminati. In particolare, in famiglia parla prevalentemente italiano il 69,5% delle persone residenti nelle regioni del Centro rispetto al 38,8% delle persone residenti al Sud e nelle Isole dove, invece, prevale l’uso combinato del dialetto e dell’italiano in famiglia (44,7%). Anche nei rapporti con gli amici si riscontrano alcune differenze: l’uso prevalente dell’italiano supera il 70% nel Centro e nel Nord-ovest, mentre nel resto d’Italia è utilizzato da poco più del 40% delle persone.

L'uso di altre lingue è abbastanza diffuso, ma di bassa qualità

L’uso dell’italiano con gli estranei si dimostra nel 2012 prevalente in tutte le ripartizioni geografiche: lo usa il 92,5% dei residenti del Nord-Ovest, il 79% degli abitanti del Nord-Est, il 92% di quelli del Centro e il 77,8% di coloro che vivono al Sud e nelle Isole. Dal punto di vista sociale, sono gli studenti a utilizzare di più l’italiano: sia in famiglia (il 69,7% dei casi rispetto al 59,2% degli occupati e al 44,8% dei ritirati dal lavoro) sia nelle relazioni con amici ed estranei.

Qualche sorpresa arriva dall'utilizzo delle altre lingue, nelle quali il nostro paese mostra una conoscenza diffusa ma di bassa qualità. Nel 2012 il 91,3% della popolazione di 18-74 anni dichiara di essere di esclusiva madrelingua italiana; il 3% di avere due madrelingue (tra cui l’italiano) e il 5,8% di non essere di madrelingua italiana. Conformemente alla presenza di immigrati e minoranze linguistiche tra la popolazione residente, la quota di quanti hanno almeno una madrelingua diversa dall’italiano ammonta all’8,8%. Tra i 18 e i 44 anni di età sono più del 10% coloro che dichiarano di avere almeno una madrelingua diversa dall’italiano, quota che sale all’11,5% nei Comuni centro di aree metropolitane e al 12,5% nel Nord-Est., mentre fra i 25-34enni raggiunge il 12,7%.

Emerge una forte differenza territoriale: le altre lingue sono più diffuse nel Nord-Est (64%), nel Nord-ovest (62,1%), nel Centro (61,9%) e nei Comuni centro di aree metropolitane (65,8%) mentre nel Sud e nelle Isole i valori sono nettamente inferiori (49,1%). Il titolo di studio ha un’influenza fondamentale nella conoscenza di lingue diverse dalla madrelingua, tale da annullare in parte le differenze generazionali. Tra le persone di 25-44 anni in possesso di una laurea, il 95,3% dichiara di conoscere almeno una altra lingua rispetto all’83,2% dei diplomati e al 46,6% delle persone con la licenza media. La quota di persone che conoscono almeno una altra lingua è ancora elevata tra le persone laureate di 65 anni e più (89%) mentre sono molto più forti le differenze tra giovani ed anziani con titoli di studio bassi: conosce almeno una altra lingua il 32,2% delle persone di 25-44 anni con la licenza elementare rispetto al 6,8% delle persone di 65 anni e più con lo stesso livello di istruzione.

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza