Un affresco smagliante ma fedelissimo di una Napoli pressoché sconosciuta. Il libro di Vittorio Paliotti, 'Il diavolo a Posillipo' (Edizioni Stamperia del Valentino, pp. 288) si articola attraverso un succedersi di interventi nel primo dei quali viene ricostruita la “biografia” del famoso pino che, da Posillipo, avvolse a lungo in un abbraccio l’intera città.
E va avanti affrontando argomenti insoliti come il mistero della finestra di Marechiaro, la lotta fra ladri e guappi in vico Tagliaferri, l’amaro destino di un complesso creato per ospitare ex scugnizzi; continua evocando personaggi come uno studente che divenne maragià, un garzone di bottega che assurse a capo dei futuristi, una donna che seppe farsi madre di tremila eroi; prosegue narrando eventi quali il trionfo dei mozzonari o la nascita di Giro, 'criaturo niro niro'.
Per tacere di Agrippino predecessore di San Gennaro, oppure di Annella pittrice, di Genovesi economista. E di un diavolo effigiato in una chiesa.