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Teatro: Toni Servillo e il fratello Beppe da lunedi' a Ravenna con Eduardo

10 aprile 2014 | 16.52
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Dopo l'Oscar per La grande bellezza, torna a Ravenna Toni Servillo. Da lunedì 14 a giovedì 17 aprile alle 21 l'interprete e regista campano in coppia col fratello Peppe, attore e a cantante degli Avion Travel, porta in scena 'Le voci di dentro' di Eduardo De Filippo.

Lo spettacolo, prodotto da Teatri Uniti, Piccolo Teatro di Milano - Teatro d'Europa e Teatro di Roma, chiude la stagione di Prosa 2013/2014 dopo aver toccato in una tournèe mondiale da Londra a Marsiglia, da Chicago a Girona, da San Pietroburgo a Parigi. Dopo il successo de la Trilogia della villeggiatura, e a dieci anni di distanza da quello ottenuto con Sabato domenica e lunedì, Servillo e' tornato con questo spettacolo al lavoro sulla drammaturgia napoletana. Salutato da un travolgente successo di critica e pubblico, Le voci di dentro fu scritta in una sola settimana a causa della malattia di Titina De Filippo - che avrebbe dovuto debuttare nella compagnia del fratello con La grande magia - e fu rappresentata per la prima volta l'11 dicembre 1948 a Milano, al Teatro Nuovo.

Eduardo scrive questa commedia sulle macerie della seconda guerra mondiale, ritraendo con acutezza una caduta di valori che avrebbe contraddistinto la società, non solo italiana, per i decenni a venire. La trama è quanto mai contemporanea: Alberto Saporito denuncia, con il fratello Carlo, l'assassinio dell'amico Aniello Amitrano scomparso da qualche giorno, da parte dei Cimmaruta, suoi vicini di casa. Quando però la polizia irrompe in casa Cimmaruta senza trovare alcuna prova, Alberto lentamente si rende conto di aver sognato tutto. I Cimmaruta, scagionati, ad uno ad uno confessano ad Alberto di credere possibile l'omicidio, e finiscono per incolparsi a vicenda, cercando di sapere di quali prove sia in possesso. Alberto rischia l'arresto per reticenza, mentre i Cimmaruta ordiscono un piano per sopprimerlo. Infine Aniello riappare e solo ora Alberto può sfogare il suo sdegno verso l'immoralità quotidiana, verso coloro che hanno creduto possibile il delitto tentando prima di corromperlo e poi di ucciderlo.

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