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Teatro: 'Il giuoco delle parti' di Umberto Orsini all'Eliseo di Roma

13 febbraio 2014 | 18.50
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Più pirandelliano di Pirandello: la versione rimaneggiata del 'Giuoco delle parti' che Umberto Orsini propone fino al 9 marzo al teatro Eliseo di Roma, nelle vesti di attore protagonista e firmandone anche l'adattamento assieme al regista Roberto Valerio, ha un prologo e un epilogo che il drammaturgo siciliano non aveva previsto e di cui il personaggio principale è in qualche modo anche autore, in perfetto stile pirandelliano.

La vicenda originaria vede il marito Leone Gala, che non convive più con la moglie tranne che per una visita quotidiana di mezz'ora 'pattuita con accordo fra le parti', ribaltare un tranello mortale tesogli dalla consorte assieme al suo amante: accetta di sfidare a duello, in quanto marito, il più abile spadaccino della città che ubriaco aveva scambiato la donna per una prostituta; ma al duello manda l'amante al quale, appunto nel 'giuoco delle parti' evocato dal titolo, spetta il compito di restituire l'onore alla donna con cui ha in effetti la sua relazione amorosa, 'costretto' dunque ad andare incontro a quella morte che era stata confezionata per il marito, allo scopo di liberarsene per sempre.

Spiega lo stesso Orsini: "Ci siamo posti la domanda: questo Leone Gala che dice di aver capito il 'gioco della vita' lo aveva poi veramente capito? Ma davvero tutto finisce così?". E allora ci si immagina il personaggio a molti anni di distanza, chiuso in una struttura "dove la ragione convive con la pazzia", che ripercorre ogni giorno quella storia "da un punto di vista che non è solo quello dell'autore ma dal punto di vista del personaggio, diventato vero autore di se stesso, che cerca sul palcoscenico una sua nuova identità".

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