Spighe di grano e papaveri giganti, un'enorme ruota di trattore e un gigantesco bicchiere, quello dell'elisir, trasportato da una macchina nata dal bizzarro assemblaggio di una frusta per sbattere le uova, vecchie ruote di latta e altri oggetti: il mondo bucolico creato dalle scenografie di Cristian Taraborrelli per L''Elisir d'amore' di Gaetano Donizetti animerà l'Opéra di Monte-Carlo dal prossimo 21 febbraio, con l'attesa serata di gala.
Gli abitanti del villaggio e l'atmosfera rurale di uno dei capolavori di Donizetti, di certo una delle opere più amate del repertorio lirico, sono raccontati dalle scenografie di Taraborrelli con un linguaggio nuovo, secondo una nuova chiave di lettura estetica. Le vicende della bella Adina, del suo spasimante Nemorino, del sergente Belcore e dello scaltro Dulcamara, si svolgono tra elementi agresti di grandi dimensioni, in una trasposizione spaziale e dimensionale di ispirazione surrealista. La ruota del trattore, ampia ben 9,5 metri, costituisce riparo per gli interpreti e le spighe di grano, che arrivano a un'altezza di 6,5 metri, sono flessibili ma resistenti tanto da essere 'scalate' dagli acrobati che intervengono sul palcoscenico.
Il campo di grano e i papaveri diventano pennellate di colore che compongono quadri ariosi e dinamici, con le enormi fragole e lampadine multicolori che sono quasi una citazione pop. Le scenografie di Taraborrelli interpretano così il carattere, l'inventiva e la vena di opera comica dell'Elisir, esprimendo a pieno titolo la 'giocosità' del melodramma definita in partitura. Taraborrelli sarà a Ginevra, al Théâtre Am Stram Gram, nel prossimo mese di aprile con la scenografia de Ventrosoleil, per la regia di Joan Mompart. A maggio 2014 firma la scenografia de 'I due Foscari', per la regia di Stefano Vizioli, al Théâtre du Capitole de Toulouse.