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Rai1, Santamaria racconta il maestro Manzi: ''Un supereroe''

14 febbraio 2014 | 16.33
LETTURA: 3 minuti

Rai1, Santamaria racconta il maestro Manzi: ''Un supereroe''

"Manzi e' una specie di supereroe''. Claudio Santamaria raccontera' la tv, vestendo i panni di uno dei suoi storici protagonisti: il maestro Manzi. A lui e' dedicata la miniserie di Rai1 'Non e' mai troppo tardi', in onda in prima serata il 24 e 25 febbraio, per la regia di Giacomo Campiotti, con Nicole Grimaudo, Gennaro Mirto, Francesco Marchioro.

"Ai miei occhi Manzi e' una specie di supereroe -spiega in conferenza stampa Santamaria- Un rivoluzionario che ha lottato per dare dignita' alle persone. Per lavorare sul personaggio, ho cercato informazioni, ho visto interviste, ho parlato con la seconda moglie di Manzi. Lei mi ha raccontato che, quando voleva vantarsi, il marito diceva che i suoi metodi di insegnamento erano avanti di 50 anni; io credo che lo fossero di 100, perche' mi sembrano innovativi anche oggi. Manzi si rifiutava di dare voti, incoraggiava la collaborazione tra gli studenti, le sue classi erano diverse dalle altre".

Nella serie in due puntate, realizzata da BiBi Film per Rai Fiction, si racconta l'Alberto Manzi della tv, il maestro che dal '60 al '68 entro' nelle case, ma pure nelle parrocchie, nei bar, nei circoli, nei circa duemila punti di ascolto allestiti in tutto il Paese, per insegnare agli italiani a leggere, scrivere e far di conto. Ma si percorre pure la storia di un Alberto Manzi meno conosciuto, che, appena ventenne, nei giorni della ricostruzione, fu assunto come insegnante in un carcere minorile di Roma. Li', di fronte a 90 ragazzini, tra i nove e i 17 anni, riusci' dove quattro prima di lui avevano fallito. Strategie poco ortodosse, insofferenza alle regole che riteneva sbagliate, fiducia nei suoi allievi: un rivoluzionario in cattedra, che, piu' e piu' volte, affrontera' sospensioni e commissioni disciplinari.

"Dietro il volto rassicurante di Manzi c'e' un grandioso pedagogo e un disubbidiente -nota Monica Zappelli, autrice del soggetto della serie insieme a Claudio Fava- Manzi aveva studiato Pedagogia ed era portatore di una preparazione smisurata; forse proprio per questo, riusci' a inventare una maniera di fare televisione nuova e completamente popolare. Anche la Rai, in un momento in cui i programmi erano tutti in diretta, si fido' di un irregolare, si assunse dei rischi. Per esempio, nel giorno dell'assasinio di Kennedy, fu chiesto a Manzi di non parlarne, e lui puntualmente ne parlo'". In occasione del 60esimo compleanno della Rai, 'Non e' mai troppo tardi' propone dunque anche uno scorcio su quella paleotv, che si dedicava a informare, intrattenere ed educare. "Con questo prodotto raccontiamo una di quelle storie esemplari che sono particolarmente vicine alla linea editoriale che Rai Fiction sta sviluppando nell'ultimo periodo -spiega Francesco Nardella, vicedirettore di Rai Fiction- Si tratta di un racconto popolare, pero' realizzato facendo appello, in ogni fase della sua lavorazione, a talenti ed eccellenze. Siamo impegnati a proporre progetti stratificati e complessi, che possano parlare a chi ha meno strumenti e a chi ne ha di piu': nessuno escluso. Nemmeno il pubblico dei ragazzi". Gli fa eco Roberta Enni, vicedirettore di Rai1: "La storia di Manzi parla a noi addetti ai lavori e dirigenti Rai; come insegnante e comunicatore fu capace di rivolgersi a tutti e di rivolgersi a ciascuno".

In 'Non e' mai troppo tardi', accanto a Claudia Santamaria c'e' Nicole Grimaudo che interpreta Ida, la prima moglie di Manzi. "Ida e' stata la sua prima fan -racconta l'attrice- Una donna moderna, che sposo' l'uomo e il maestro e seppe stargli accanto con costanza e caparbieta'. Forse, anche come Nicole, mi sarei innamorata di uno come Alberto Manzi. Lavorando al film, ci siamo emozionati -aggiunge- Credo valga sempre la pena raccontare storie piene di passione come questa".

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