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Sabrina Ferilli compie 50 anni, ma non festeggia in stile Jep Gambardella

26 giugno 2014 | 16.01
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“Come in tutti i compleanni starò per i fatti miei”, confessa l’attrice romana. Tra tv, teatro e cinema (la sua grande passione) ha conquistato il pubblico con la sua versatilità interpretativa

Sabrina Ferilli compie 50 anni, ma non festeggia in stile Jep Gambardella

Sconfiggere il tempo si può, merito del cinema o forse di una naturale predisposizione. Sabrina Ferilli compie 50 anni il prossimo 28 giugno, ma senza feste in stile Jep Gambardella: “come in tutti i compleanni starò per i fatti miei”, ha confessato recentemente l’attrice. La Mirella de ‘La bella vita’, la romana di ‘Caramelle’ o la quarantenne spogliarellista Ramona de ‘La grande bellezza’, Sabrina Ferilli è icona di bellezza mediterranea e diva del cinema italiano. Senso dell’umorismo, simpatia naturale e intercalare romano è ciò che fa dell’attrice una delle più amate e apprezzate dagli uomini come dalle donne. Senza maschere né mistificazioni, la Ferilli si rivela con spontaneità, proprio come la Ramona interpretata per Sorrentino. Come risultò istintiva e generosa, quando si esibì in un striptease al Circo Massimo di fronte a 100mila persone per mantenere fede alla promessa fatta ai tifosi giallorossi nel 2001: “mi spoglio se la Roma vince lo scudetto”. Ha sempre agito per passione verace, come quando ha portato avanti, invano, una battaglia per adottare un figlio da single e si è scontrata con Katia Belillo, deputata dei Comunisti italiani, sulla fecondazione assistita.

Tre Nastri d’argento, un Globo d’oro, tre Ciak d’oro, numerosi altri premi e riconoscimenti incluse tre candidature ai David di Donatello: l’attrice ha attraversato tutte le frontiere dello spettacolo, dal cinema al teatro, passando per la tv. Con una solida carriera alle spalle, il tempo avanza ma Sabrina Ferilli va avanti con una gran risata e la determinazione di sempre. Nonostante qualche rancore. La bella de la ‘Grande Bellezza’ che tanto avrebbe voluto volare in Usa con Sorrentino a ritirare l’Oscar, si consola con il teatro. Passata la delusione per il red carpet mancato, la Ferilli si lancia in una tournée di due mesi e mezzo nei teatri del sud prima di arrivare al Teatro Brancaccio di Roma, dall’8 al 18 maggio, con ‘Signori...le paté de la maison’, la commedia di Matthieu De-Laporte e Alexandre De La Patelliere, rivisitazione italiana della commedia francese ‘Le prénom’. Stessa meccanismo della cena di famiglia che si trasforma in gioco al massacro, tra rancori repressi e antipatie segrete, ma senza quegli elementi considerati troppo francesi per l’attrice romana. “Ogni tanto c’è bisogno del piacere dell’applauso del pubblico, il teatro è interazione, lo senti se funziona o no, non conosce guadagni ma il lavoro che fai viene ripagato”, così la Ferilli spiega a ‘La Repubblica’ il ritorno al teatro dopo la statuetta d’oro.

Nata a Roma nel 1964 e cresciuta nel comune di Fiano Romano, il suo sogno di bambina era il cinema, ma poi è arrivato il teatro, un’esperienza iniziata con le commedie musicali di Garinei e Giovannini come ‘Alleluja brava gente’ del 1994, ‘Un paio d’ali’ del 1996, ‘Rugantino’ del 1998, poi le commedie con Gigi Proietti, che l’attrice considera “il più grande attore europeo, uno che si può permettere di recitare Shakespeare a Londra”. Dunque, il teatro dà soddisfazione ma è piuttosto un allenamento che la Ferilli si impone per “disciplina e spirito di sacrificio”, aveva detto in un’intervista al giornale ‘Chi’.

La sua passione tuttavia, è sempre stata il cinema, il suo sogno d’infanzia che poi è riuscita a realizzare diventando lei stessa il sogno degli italiani. Tutto inizia più di 25 anni fa quando Sabrina Ferilli decide di iscriversi al Centro Sperimentale di Cinematografia di Cinecittà, ma viene bocciata: “mi dissero che ero troppo italiana”, spiegherà anni dopo. Ma la Ferilli persevera con determinazione. Il debutto arriva con ‘Caramelle da uno sconosciuto’ di Franco Ferrini del 1986, però è Marco Ferreri a sceglierla in ‘Diario di un vizio’ nel ‘93, e Paolo Virzì a scoprirla e lanciarla definitivamente l’anno dopo con uno dei film più importanti della sua carriera, ‘La bella vita’ con cui ottenne il Nastro d’Argento per la migliore attrice protagonista.

‘Ferie d’agosto’, ‘Vite strozzate’, ‘Tu ridi’, Sabrina Ferilli conquista il cinema d’autore, ma intanto diventa anche volto della tv con le celebri serie come ‘Commesse’ e ‘Baciamo le mani’ che fanno di lei un’attrice amata dal grande pubblico. E questo ai registi non piace. Così arrivano i cinepanettoni di Neri Parenti, ‘Christmas in Love’, ‘Natale a New York’, ‘Natale a Beverly Hills’, ‘Natale a Cortina’, ‘A ruota libera’ di Vincenzo Salemme, ‘Eccezziunale veramente 2’ di Carlo Vanzina. L’unico che torna a chiamarla poi per ‘Tutta la vita davanti’ è Virzì con cui la Ferilli afferma di avere una grande ‘intesa caratteriale’. Ma è Paolo Sorrentino a regalarle l’emozione dell’Oscar, mai provata prima. “Pochi autori sanno raccontare come lui ed è un regista che riesce a portare gli attori a esprimersi al meglio”. Tra peregrinazioni notturne e incursioni nella Roma segreta di palazzi e giardini nobiliari, chi meglio dell’attrice romana poteva interpretare quella spogliarellista sulla via del tramonto dall’anima fragile e lo sguardo malinconico?

A quanto pare il personaggio giusto al momento giusto per l’attrice che dice di viver bene, nonostante l’avanzare dell’età. “L’importante è fare scelte giuste”, dice la Ferilli che guarda a Virna Lisi e Judi Dench come quelle attrici che hanno sconfitto il tempo. Se l’attrice non avrebbe potuto interpretare film come ‘Tutta la vita davanti’ se fosse stata più giovane, non avrebbe potuto essere quella Ramona così struggente de ‘La grande bellezza’ se non portasse addosso i segni del tempo. Sorrentino ha, forse, saputo vedere oltre la grande bellezza di una donna dalla personalità più complessa di quel che sembra, e di una città così bella che rischia di diventare vuota.

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