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L'appello di Scamarcio: "Qualcuno distribuisca 'La vita oscena'"

28 agosto 2014 | 15.02
LETTURA: 4 minuti

L'attore, nella veste di produttore del film italiano in concorso a Venezia nella sezione 'Orizzonti', parla apertamente: "Il mercato è sbilanciato con il sud schiacciato dai multiplex e il cinema indipendente ha problemi seri". Aldo Nove: "De Maria ha tradotto la mia storia con grande rispetto". Il regista: "Volevo realizzare un viaggio psichedelico e inedito"

(INFOPHOTO)
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"Lancio un appello a tutti i distributori italiani: ci diano una mano, diano la possibilità agli spettatori di vedere 'La vita oscena'". A parlare è l'attore Riccardo Scamarcio, in veste di produttore. Scamarcio infatti, per Lebowsky, è produttore associato del film diretto da Renato De Maria, che festeggia il compleanno proprio nel giorno della presentazione in concorso nella sezione Orizzonti di Venezia 71 del suo film, primo italiano in gara al Lido.

Scamarcio non recita nel film mentre l'altra produttrice associata è Isabella Ferrari, per Monochrome, ovvero la moglie del regista, che nel film interpreta la madre del protagonista, impersonato dal francese Clement Metayer. La produzione è firmata da Film Vision di Gianluca De Marchi e Fabio Mazzoni.

Il film, tratto dal libro dello scrittore Aldo Nove, è stato girato in 21 giorni, ha richiesto due anni complessivi di lavoro, è costato solo 650mila euro, dei quali 200mila venuti dal Mibact. "Recuperare 650mila euro è facile, non vogliamo fare una grande uscita, anche solo 40 schermi, ma facciamolo vedere" aggiunge Scamarcio, alternando ironia e serietà.

"'Orizzonti' potrebbe darci l'opportunità giusta, forse - sottolinea con amarezza - prima all'estero che in Italia". Una Italia dove, secondo Scamarcio, che a Venezia è anche nel cast di 'Pasolini', "il mercato è sbilanciato verso un certo tipo di cinema, dove il sud è schiacciato dai multiplex, dove il cinema indipendente ha problemi seri e dove è il mercato a condizionare il pubblico".

La vicenda di 'La vita oscena' la riassume con passione Isabella Ferrari, dopo aver rivendicato di essere madre nel film ma anche madre del film, per averlo fortemente voluto fin da quando aveva letto il libro di Nove, dal quale il marito stava meditando di trarre un film. "E' la storia di un giovane poeta che perde nel giro di pochi mesi la madre e il padre, si abbandona all'autodistruttività ma alla fine riemerge, ce la fa e diventa l'autore che ha scritto questa storia", racconta l'attrice.

De Maria "ha tradotto la mia storia con grande rispetto", sottolinea Nove e il regista contraccambia affermando che "Aldo mi ha lasciato sempre libero di decidere con grande autonomia". Un'autonomia che De Maria ha utilizzato anzitutto per "evitare di fare cose già viste, per cercare immagini che stupissero. Volevo realizzare un viaggio psichedelico e inedito. Per riuscirci ho cercato ispirazioni ovunque, ho visto centinaia di film".

La scelta del protagonista è caduta su Metayer, già in 'Qualcosa nell'aria' (2012) di Olivier Assayas, quasi per caso: "Stavo cercando un interprete italiano, ero arrivato a selezionarne due, con cui comunque sarei 'caduto in piedi' - spiega il regista - quando sono andato a Parigi per cercare una coproduzione, non trovata, e in quell'occasione un'amica mi disse che dovevo assolutamente conoscere Metayer, che poteva essere adatto. Quando ci siamo incontrati è scoppiata la scintilla; il suo corpo ancora adolescente, il suo sguardo intenso sono perfetti".

A chi gli chiede se sia contento della presenza in 'Orizzonti' o se avrebbe preferito un'altra collocazione del suo film, il regista risponde di essere "contentissimo di concorrere in 'Orizzonti'. Essere qui è una grande vittoria". La presenza a Venezia, in gara, da protagonista, è una vittoria anche per il giovane ma non giovanissimo attore francese (classe 1991) e lui la affronta apparentemente molto rilassato: "Non ho mai avuto tendenze suicide ma comprendo il drammatico passaggio all'età adulta e ho avuto i miei momenti duri. Questo mi ha aiutato a capire, a entrare nel personaggio" afferma, raccontando poi di avere "fatto musica, lo skate border, disegnato, iniziato a usare una telecamera per filmare i miei amici" ma di "non avere mai voluto fare l'attore. La mia idea è sempre stata di diventare regista. Poi ho partecipato al provino di Assayas e ho cominciato a recitare".

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