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Musica: Guccini e l'antropologo in 'Tra i castagni dell'Appennino' di Aime

04 dicembre 2014 | 09.13
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Nelle librerie per Utet le conversazioni di Marco Aime, docente di Antropologia Culturale all’Università di Genova, con il cantautore. Un viaggio di parole che fa emergere i ricordi più̀ personali, insoliti e inaspettati attinti da una vita intera tra musica e poesia

Francesco Guccini (Foto Infophoto)
Francesco Guccini (Foto Infophoto)

Un viaggio in treno fino a Pàvana, lungo la ferrovia Porrettana, per avvicinarsi nel modo più autentico allo spirito delle canzoni e dei luoghi di Francesco Guccini. È' il viaggio, metaforico e reale, che intraprende l’antropologo Marco Aime con 'Tra i castagni dell'Appennino' (Utet), appena arrivato nelle librerie, scoprendo, attraverso la viva voce di Guccini, i ricordi più̀ personali, insoliti e inaspettati attinti da una vita intera tra musica e poesia.

Il libro, dal sottotitolo 'Conversazioni con Francesco Guccini', è anche un viaggio nella memoria, che ripercorre l’evoluzione artistica ed esistenziale di uno dei più grandi cantautori del panorama musicale italiano: Dai primissimi dischi e le esibizioni nelle osterie alle influenze letterarie che percorrono tutta la sua produzione, dagli anni delle contestazioni politiche ai piccoli vezzi privati che hanno accompagnato decenni di concerti, fino a diventare mitici rituali collettivi.

Ciò che emerge in queste pagine è soprattutto la volontà di Guccini di esprimere, con le parole e con i versi, la sua esperienza di vita e la sua personale visione del mondo.

L'artista, viviamo soprattutto nel passato, nel ricordo

"Per me scrivere canzoni voleva dire raccontare la propria esistenza, le proprie vicende -afferma Guccini- Non convivo spesso con la malinconia. Non è̀ una mia caratteristica, se non forse nel momento del ricordo, perchè́ il ricordo a volte immalinconisce. Il fatto è̀ che noi il futuro non lo conosciamo e il presente è̀ fugace, quindi viviamo soprattutto nel passato, nel ricordo. Ma quando poi le racconto, queste cose, le vesto sempre di ironia".

Marco Aime (Torino, 1956), docente di Antropologia Culturale presso l’Università di Genova, ha condotto ricerche sul campo in Benin, Burkina Faso e Mali. È autore di numerose pubblicazioni, tra cui: 'La casa di nessuno. Mercati in Africa occidentale' (Bollati Boringhieri, 2002), 'Il primo libro di antropologia' (Einaudi, 2008), 'Una bella differenza' (Einaudi, 2009), 'Cultura' (Bollati Boringhieri, 2013), 'Etnografia del quotidiano' (Elèuthera, 2014) e, insieme a Gustavo Pietropolli Charmet, 'La fatica di diventare grandi. La scomparsa dei riti di passaggio' (Einaudi, 2014).

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