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Rai: Mucciante, riforma newsroom necessaria e coraggiosa

18 dicembre 2014 | 17.28
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Il direttore si è soffermato sul 'Piano 15 dicembre' nel corso dell'audizione davanti alla Commissione Parlamentare di Vigilanza che sta ascoltando i responsabili di reti e testate Rai in vista dell'esame dell'atto di indirizzo.

Flavio Mucciante, direttore di Radio 1 (foto Infophoto)
Flavio Mucciante, direttore di Radio 1 (foto Infophoto)

"La riforma delle Newsroom è necessaria e coraggiosa. Nell'annunciata trasformazione della Rai da Broadcaster a Media Company , nessuno può restare escluso". Lo ha detto il direttore di Radio 1 Flavio Mucciante, nel corso dell'audizione davanti alla Commissione Parlamentare di Vigilanza, che sta ascoltando i responsabili di reti e testate Rai in vista dell'esame dell'atto di indirizzo sul 'Piano 15 dicembre'.

I tre telegiornali della Rai, secondo Mucciante, "coprono un bacino di utenza enorme secondo target differenziati con singoli brand molto riconoscibili, un patrimonio da preservare insieme alla forte identità dei tg, perché il pubblico non si senta disorientato da sigle, grafiche, conduttori ai quali non corrisponde l'anima del telegiornale, che aveva scelto di seguire".

"La riforma - ha affermato il direttore di Radio1- sarà un'occasione per abbattere i costi di produzione, sfruttare in tutte le sue potenzialità la nuova tecnologia digitale, che potrà rivoluzionare prodotto e organizzazione del lavoro ma anche un'irripetibile opportunità per i giornalisti della Rai per tornare ad essere protagonisti di tutti quegli spazi pregiati di palinsesto oggi appaltati ad esterni".

Non esiste, come per la tv, una data per lo switch off e questo per la radio è il principale interrogativo

Considerazioni sviluppate, ricorda Mucciante, "partendo dall'esperienza dell'unificazione dei Gr, nel marzo 1994 e, poi di quella tra Radio1 e la testata giornalistica, nel luglio 1999. Un progetto che ha comportato significativi risparmi: a fronte di una riduzione di personale giornalistico di quasi il 20 per cento, le ore di produzione si sono più che triplicate, passando da circa dieci ore di programmazione quotidiana a 32 ore su due reti: Radio1 e Gr Parlamento, utilizzando esclusivamente risorse interne".

Un inviato della radio oggi, rimarca il direttore, "realizza servizi per Gr1, Gr2,Gr3, interviene in diretta nei programmi di approfondimento della rete, costruisce reportage per i rotocalchi del fine settimana. Per questo il direttore di Radio1 ha definito 'fuorviante' coinvolgere il Gr nelle polemiche sulle trasferte, che si sono susseguite in questi ultimi mesi. Radio1- assicura - é oggi un moderno canale di informazione in linea con i più competitivi servizi pubblici europei, sperimenta ogni giorno con Fiorello un nuovo modo di fare la radio con le sole note audio di uno smartphone, è in recupero di ascolti (ha nuovamente superato quota 4 milioni nel giorno medio) con forte appeal pubblicitario, avviandosi a chiudere il 2014 con segno positivo in controtendenza rispetto al mercato".

"La rete lavora già da quindici anni in digitale ma i nodi da sciogliere per lo step successivo- spiega Mucciante- restano la copertura del segnale e gli apparecchi di ricezione: entro il 2015 la tecnologia Dab dovrebbe essere presente in tutto il Nord Italia, entro il 2017 la digitalizzazione dovrebbe essere completata. Ma non esiste, come per la tv, una data per lo switch off - avverte il direttore di Radio1- è questo, per la radio, il principale interrogativo al momento senza risposta".

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