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Rai: Gubitosi, non ho bisogno di dimostrare coraggio in questi ultimi mesi

15 gennaio 2015 | 16.40
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Il dg della Rai rivendica di avere "sempre fatto quello che ritenevo opportuno" e aggiunge che "le uniche televisioni che nel 2014 hanno aumentato gli spettatori percentuali sono le reti tematiche, incluse le nostre. Detto questo, però, il pubblico è ancora sulle generaliste e Rai 1 è l'unica rete che può avere un'audience globale"

Il direttore generale della Rai Luigi Gubitosi (Foto Infophoto) - INFOPHOTO
Il direttore generale della Rai Luigi Gubitosi (Foto Infophoto) - INFOPHOTO

"Spero di aver dimostrato un po' di coraggio negli ultimi due anni e mezzo. E quindi non dovrò darne prova negli ultimi mesi, mettendo ad esempio un programma di cultura il sabato sera su Rai 1 al posto di 'Tale e Quale Show' oppure al posto della domenica sportiva". Lo ha detto il direttore generale della Rai Luigi Gubitosi, il cui incarico è in scadenza nella prossima primavera, in occasione della presentazione a Viale Mazzini di 'Italia viaggio nella bellezza', una serie di programmi che la Rai ha realizzato in collaborazione con il Mibact per promuovere il patrimonio culturale italiano e che andranno in onda nei prossimi giorni.

"Si può fare sempre di più e sempre meglio - ha aggiunto il Dg - Penso, però, di aver dimostrato coraggio. Ho sempre fatto quello che ritenevo opportuno. Le televisioni - ha sottolineato poi Gubitosi - si stanno muovendo verso la frammentazione dell'audience. La televisione del futuro è interattiva, in altri paesi più che da noi. Le uniche televisioni che nel 2014 hanno aumentato gli spettatori percentuali sono le reti tematiche, incluse le nostre. Detto questo, però, il pubblico è ancora sulle generaliste e Rai 1 è l'unica rete che può avere un'audience globale".

"Alcuni programmi - prosegue nella sua analisi il Dg - vanno portati sulle tv generaliste: basti dire che 'Il Tempo e la Storia' è visto ogni giorno da 700mila persone. Siamo comunque quelli che fanno più scienza in televisione e la Bbc ha studiato il fenomeno 'Angela' (il riferimento è ai programmi di Piero e Alberto Angela, ndr). Cercheremo di portare il messaggio dove c'è il pubblico, piuttosto che cercare di portare il pubblico dove ci sono i messaggi". Infine un'osservazione sulle fiction. "Quante ne fa Sky? Due - fa notare Gubitosi - Da modesto cattolico ho sempre apprezzato il figliol prodigo, ma non dimentichiamoci del fratello maggiore che realizza decine di programmi e centinaia di ore di qualità e questo spinge anche gli altri a fare lo stesso".

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