Dal 27 gennaio arriva nel tempio romano della commedia con ben 60 repliche fino a fine marzo il recital in cui l'attore ripercorre millenni di storia, "dal paradiso terrestre al digitale terrestre, dalla mela di Adamo alla mela di Jobs, dal fossile al missile", per capire se gli umani sono davvero la specie più evoluta. Nello show non ci si parlerà di politica, ma l'attore non si sottrae a battute sul futuro inquilino del Quirinale e sulla minaccia terroristica
"Siamo davvero sicuri che l'uomo è al vertice della piramide evolutiva? Perché a giudicare da alcuni comportamenti e da come ha ridotto il pianeta in un tempo relativamente piccolissimo vengono dubbi serissimi". Parte da questo interrogativo Enrico Brignano nel suo nuovo spettacolo 'Evolushow' che porta dal 27 gennaio per la prima volta nella capitale con ben 60 repliche fino a fine marzo al Teatro Sistina di Roma, che ha già ospitato l'anno scorso il successo del suo 'Rugantino', premiato con il Biglietto d'oro 2013-2014 (GUARDA LA VIDEOINTERVISTA).
"Il pretesto -spiega l'attore- è fare un po' il punto in modo ironico sull'evoluzione, in un momento abbastanza difficile per il nostro Paese e in generale per il pianeta. All'inizio dello spettacolo, però, chiarisco subito al pubblico che non si parlerà di politica, perché non voglio rovinare la serata né a loro né a me. Così come non parlerò di economia, perché l'economia è bella quando dura poco, e non parlo nemmeno di sanità perché bisognerebbe parlarne male e sarebbe proprio come sparare sulla croce rossa. Si parla di vita e la vita non è solo l'elezione del presidente della Repubblica", dice Brignano che però più avanti non si sottrae ad una battuta sul futuro inquilino del Quirinale: "Ci vorrebbe una persona integerrima. Ma se volessero davvero una persona integerrima oggi come oggi la troverebbero solo tra quelli che arrivano in gommone, perché i politici da noi sono costretti fin da piccoli a cattive frequentazioni", sottolinea.
Nelal conferenza stampa, che si trasforma in un'anticipazione dello show, Bignano dice la sua anche sulla strage nella redazione di 'Charlie Hebdo': "Premesso che sono contro ogni censura, la penso un pochino come Papa Francesco, che forse ha usato un linguaggio un tantino colorito ma non ha torto: evitiamo di provocare. Quando si tratta di 'matti' bisogna avere qualche cautela. Ma anche non volendo parlare degli estremismi, bisognerebbe rispettare tutti. Vi faccio un esempio: se io so che a mia zia danno fastidio le briciole sul terrazzo, io che abito al piano di sopra evito di sgrullare la tovaglia sopra al suo balcone. Ecco questa corsa a comprare le nuove vignette di un giornale che in verità leggevano in pochi, mi sembra come la coda che si crea in autostrada per quelli che si rallentano per guardare l'incidente sull'altra corsia", aggiunge.
Politica e scenari internazionali a parte, Brignano nello spettacolo darà ampio spazio ai 'nativi digitali', al mondo dei social e dei sempre connessi: "Questo spettacolo -scherza- darà una risposta a tutte le domande che ci facciamo ogni giorno, e per tutte le domande c’è sempre un’unica risposta: guarda su Internet!", aggiunge l'attore che ammette di odiare alcuni 'must' della cultura digitale: "Detesto i selfie. Ormai quando ti chiedono di fare un selfie non puoi dire di no, anche se sei in pigiama, se hai un occhio gonfio. Poi magari ti chiama la procura come persona informata dei fatti perché davanti ad un cesso di un autogrill un noto esponente di un clan sanguinario si è fatto una foto con te".
Insomma in due ore, Brignano racconterà millenni di storia, "dal paradiso terrestre al digitale terrestre, dalla mela di Adamo alla mela di Jobs, dal fossile al missile" all’interno di una scenografia tecnologicamente avanzata, con un disegno luci suggestivo e presenze virtuali che interagiranno con Brignano sul palco ma anche con alcuni ballerini ed acrobati. Non mancheranno alcuni momenti musicali per uno spettacolo che registra già prima dell'apertura diversi giornate di sold out.
