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Cinema: Festival Guadalajara al via, forfait di Bertolucci per problemi di salute

06 marzo 2015 | 17.21
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Il regista italiano, cui è destinato un premio e dedicata un'ampia rassegna, non può partecipare per motivi di salute. Dalla giuria alle varie sezioni forte la presenza italiana alla 30esima edizione della kermesse oggi al via

Particolare del manifesto ufficiale del Festival
Particolare del manifesto ufficiale del Festival

(Adnkronos/Cinematografo.it) - "Il Festival Internazionale del Cinema di Guadalajara è dispiaciuto di informare che il regista italiano Bernardo Bertolucci, meritevole del Mayahuel al Cinema Internazionale, non potrà partecipare alla nostra edizione numero 30. In comunicazione diretta con Ivan Trujillo, Direttore del Festival, lo stesso Bertolucci lo ha informato che dopo un controllo di routine, i medici hanno deciso di collocargli uno stent alle coronarie, cosa che lo impossibilita a viaggiare in aereo per varie settimane". Lo ha reso noto la direzione del festival.

"Il vincitore di nove premi Oscar con 'L’Ultimo Imperatore' chiede di perdonare il suo cuore -ha riferito ancora la direzione del Figc- che anche se si trova ora in una condizione migliore, lo tiene lontano da Guadalajara, almeno fisicamente; riceveranno il Mayahuel a suo nome Tea Falco e Jacopo Olmo Antinori, protagonisti di 'Io e Te', film che inaugura il Festival. Il Ficg gli augura una pronta guarigione, sperando che ci accompagni in una prossima edizione".

Sembrerebbe iniziare sotto i peggiori auspici per il cinema italiano la 30esima edizione del più rinomato Festival del Cinema messicano con sede a Guadalajara, capitale dello stato di Jalisco. Ma ad osservare il programma nutrito della rassegna, da oggi fino al 15 a Guadalajara, per poi continuare a Puerto Vallarta fino al 20, ci si può comunque accontentare: Oltre alla consistente retrospettiva dedicata a Bertolucci ('La commare secca', 'Prima della Rivoluzione', 'Partner', 'Il Conformista', 'Piccolo Buddha', 'Strategia del ragno', 'Ultimo tango a Parigi', 'Novecento', 'La Luna', 'La tragedia di un uomo ridicolo', 'Tè nel deserto', 'Io Ballo Da Sola', 'L’assedio', 'The Dreamers', 'L’Ultimo Imperatore'), ci si imbatte nella dicitura: "Invitato d’onore: Italia".

Tra i membri della giuria, e tra quelli del 'Lungometraje Iberoamericano de Ficcion', troviamo Luca Guadagnino, qui anche con il documentario 'Bertolucci on Bertolucci', girato con Walter Fasano. Per il 'Lungometraje Iberoamericano Documental' ecco Gerardo Panichi, regista, che ha cominciato la sua carriera come assistente personale del produttore Fabrizio Mosca ne 'I Cento Passi' di Marco Tullio Giordana. Dal 2002 produce e dirige documentari e con la sua compagnia ha prodotto un film come 'The Tree of Life' di Terrence Malick, e ha co-diretto nel 2012 con Giuseppe Tornatore 'Every Film My First Film', proprio su Tornatore, vincendo nel 2013 il Nastro d’Argento come miglior documentario.

Passando alla sezione d’onore, sventola il tricolore anche la lista dei titoli presenti: 'Allacciate le cinture' di Ferzan Ozpetek, 'Anime Nere' di Francesco Munzi, 'Anni felici' di Daniele Luchetti, 'Bella Addormentata' di Marco Bellocchio, 'È stato il figlio' di Daniele Ciprì, 'Educazione siberiana' di Gabriele Salvatores, 'Hungry Hearts' di Saverio Costanzo, 'Il giovane favoloso' di Mario Martone, 'La mafia uccide solo d’estate' di Pierfrancesco Diliberto (Pif), 'Miele' di Valeria Golino, 'Reality' di Matteo Garrone, 'Smetto quando voglio' di Sydney Sibilia, 'Sole a catinelle' di Gennaro Nunziante con Checco Zalone, 'Song’e Napule' dei Manetti Bros, 'Un Ragazzo d’oro' di Pupi Avati, 'Viaggio Sola' di Maria Sole Tognazzi.

L'Italia c'è anche tra i doc: 'Born in the U.S.E'. di Michele Diomà, omaggio al cinema che proprio nel 2015 compie 120 anni, con il cameo del compianto Francesco Rosi, 'La guerra dei vulcani' di Francesco Patierno, 'Che strano chiamarsi Federico' di Ettore Scola. In concorso, invece, 'Dancing with Maria', di Ivan Gergolet, sulla leggendaria Maria Fux, dalla vita consacrata alla danza e al suo insegnamento.

In 'Cruzando los géneros filmicos': 'Cesare deve morire' dei fratelli Taviani, 'Bellas mariposas' di Salvatore Mereu, 'In grazia di Dio' di Edoardo Winspeare, 'L’intervallo' di Leonardo di Costanzo, 'La nave dolce' di Daniele Vicari, 'Sette opere di misericordia' dei gemelli torinesi e videoartisti Gianluca e Massimiliano De Serio, 'Stop The Pounding Heart' di Roberto Minervini, 'La Trattativa' di Sabina Guzzanti.

Un nome che è divenuto una costante è quello di Bruno Bozzetto: anche qui l’amato creatore del Signor Rossi è presente, con 'Allegro non troppo', 'Vip - mio fratello superuomo', 'West and Soda'. Non manca neppure una sezione d’antan, 'Hace 100 anos', con 'Assunta Spina': dal 1915 con furore lei e i registi Gustavo Serena e Francesca Bertini. C’è anche 'La Nostra Terra' di Giulio Manfredonia, che nel sottotitolo internazionale ci ricorda due ingredienti che vanno spesso insieme, negli occhi di chi guarda il Belpaese da lontano: 'Mafia & Red Tomatoes'.

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