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Musica: Bahrami, Bach è moglie cui essere fedele tutta la vita

10 marzo 2015 | 19.49
LETTURA: 4 minuti

Il pianista iraniano eseguirà domenica a Santa Cecilia 'L'Offerta Musicale' con alcune prime parti dell'Orchestra della Fondazione: "E' la migliore in Italia e tra le migliori al mondo grazie al lavoro di Pappano". Definisce i tagli alla cultura "la più grande miopia della cattiva politica" e afferma: "Abbiamo bisogno di un Rinascimento umano, ci servono meno le banche di Francoforte"

Ramin Bahrami
Ramin Bahrami

"Bach è una moglie alla quale puoi essere fedele per tutta la vita". In un'intervista all'Adnkronos il pianista iraniano Ramin Bahrami sintetizza in questa frase il suo amore per il genio di Eisenach, del quale è considerato il maggiore interprete vivente. Domenica prossima, Bahrami insieme con alcuni solisti dell'Orchestra dell'Accademia di Santa Cecilia, eseguirà uno dei grandi capolavori del compositore tedesco, 'L'Offerta Musicale', che verrà anche registrato su cd per l'etichetta Decca.

E domani, sempre per la stagione dell'Accademia di Santa Cecilia all'Auditorium Parco della Musica di Roma, eseguirà alcuni brani di Bach accanto a quelli del napoletano Domenico Scarlatti, coetaneo del musicista tedesco.

"Domenica daremo un antipasto al pubblico romano di questo grande capolavoro, che si dice sia basato su un tema scritto dall'imperatore Federico II il Grande, cultore delle arti e della musica. Per quanto mi riguarda - afferma Bahrami - conoscendo gli esercizi e le poche cose che l'imperatore prussiano ha composto per flauto, non era in grado di scrivere un soggetto di fuga così complesso come quello che c'è nell''Offerta Musicale' e sul quale Bach costruisce l'intero capolavoro. Si tratta certamente di una leggenda inventata dalla famiglia Bach per fare cassa sul genio del grande Johann Sebastian".

'Abbiamo bisogno di un nuovo Rinascimento e non delle banche di Francoforte'

"Fare cassa del resto è una cosa che piace così tanto oggi, ai musicisti, ai bancari, alla Borsa, a Draghi, alla Merkel e a tanti altri" scherza il pianista iraniano, che sottolinea come 'L'Offerta Musicale' sia "un capolavoro all'insegna del rigore, del canto, del contrappunto e della bellezza. E non una sequenza di algoritmi stupidi e insensati come certe esecuzioni asettiche vorrebbero farci credere".

"Il concerto di domenica - prosegue Bahrami - sarà quindi un antipasto meraviglioso di un cd della Decca che registriamo e che spero segni l'inizio di tante esecuzioni e di tanta vita nuova per 'L'Offerta Musicale', composizione che merita di entrare nelle case di tutti gli italiani, i francesi, i musulmani, i cristiani: abbiamo bisogno di bellezza, dobbiamo recuperare e per questo ci serve un Rinascimento umano. Abbiamo invece meno bisogno di musicisti schiavi del metronomo e delle banche di Francoforte".

Il pianista iraniano sottolinea l'eccellenza dell'orchestra di Santa Cecilia, "una delle poche da esportare nel mondo - dice - non solo perché è la migliore in Italia, ma perché è una delle più belle del mondo, grazie al lavoro di Antonio Pappano e al talento dei suoi bravissimi musicisti". Apprezzata anche dai tedeschi che, spiega Bahrami che vive tra Roma e la Germania, "vedono l'Italia come il Paese del piacere, governato però da tanti geni che non sanno fare squadra e creano casini infernali. Ma allo stesso tempo invidiano gli italiani perché vorrebbero avere tutto quello che c'è qui, gestendolo bene in modo da fare tanti soldi". Un esempio per Bahrami della cattiva gestione italiana sono i tagli alla cultura: "La più grande miopia della cattiva politica. I tedeschi - dice - malgrado la crisi, che non è solo italiana ma generale, sanno che tagliare fondi, chiudere teatri e orchestre, non tenere aperti i musei, significa impoverirsi non solo economicamente ma anche culturalmente. Lipsia da sola - conclude Bahrami - ha un budget per la cultura pari a quello di quattro regioni italiane".

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