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Teatro: Dario Fo, festeggio 89 anni ma sono scontento dell'Italia e del mondo

24 marzo 2015 | 12.32
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Il premio Nobel, nel giorno del suo compleanno, lamenta che "a parte alcuni casi, sul piano politico e morale è ignobile quello che succede, c'è cinismo nel concepire i rapporti umani, è una brutalità che sconvolge"

Dario Fo (Foto Infophoto) - INFOPHOTO
Dario Fo (Foto Infophoto) - INFOPHOTO

Compie 89 anni da genio irriverente del teatro e si dice scontento del mondo in cui vive e dell'Italia dice "non si può accettare un Paese così". Dario Fo, premio Nobel per la letteratura nel 1997, spegne oggi 89 candeline. Nato a Sangiano il 24 marzo 1926, il poliedrico artista sta festeggiando il compleanno con i suoi familiari e con una una vena di malinconia.

"E' una meraviglia che ci sia arrivato, e abbastanza in salute, ho un po' di forme catarrali ma sono decorative -dice Fo all'AdnKronos con la sua abituale ironia- Non sono però contento del mondo in cui sto terminando la mia vita perché a parte alcuni casi, sul piano politico e morale è ignobile quello che succede, c'è cinismo nel concepire i rapporti umani, è una brutalità che sconvolge".

Tra qualche giorno uscirà in libreria il suo ultimo lavoro, 'Un uomo bruciato vivo': "Un libro che ho scritto su un operaio che è stato bruciato dal capo e che ha impiegato un mese a morire, restando senza pelle, un'agonia violenta - dice Fo - Pensare che il datore di lavoro è tornato libero dopo 10 anni è un indice di cosa sia oggi la realtà, il libro è un'intervista che feci alla figlia che si è trovata a vivere negli anni questa orrenda situazione".

"Non riesco a sollevare un bicchiere e dire 'è bella la vita'"

Drammaturgo, attore, scrittore, scenografo e regista, negli anni Dario Fo è riuscito a far sua la commedia dell'arte italiana, non senza suscitare critiche e polemiche. Anticonformismo e anticlericalismo come tratto caratteristico della sua arte, ma anche tanta satira, e farsa, fil rouge della sua immensa opera teatrale. 89 anni senza mai dimenticare il suo impegno civile e politico.

"Bisogna parlare, bisogna informarsi perché il problema è la sopraffazione dell'egoismo -esorta Fo- non si può accettare un Paese così, dove ci si muove in conseguenza di quello che desta stupore. Accorgersi per tre minuti che esiste uno stato, un governo che si interessa di cose gravi è una messa in scena lugubre, bisogna cancellare l'osceno intorno a noi".

"Lo stato ci dice di essere positivi, ottimisti, ma i ragazzi non hanno lavoro, c'è mancanza di dignità, c'è una perdita ormai del senso collettivo, di slancio verso il debole, i furbi vincono e gli onesti decadono sì, ci sono piccoli gruppi, anche mio figlio sta facendo un grande lavoro di educazione sul risparmio energetico, ma tutto quello che vedo mi rende malinconico, quello che stanno combinando con Expo, le truffe portate avanti, pensiamo 'che bella terra l'Italia', una terra però dei fuochi, in cui le fabbriche intasano le acque. Non riesco a sollevare un bicchiere e dire 'è bella la vita'", conclude Fo.

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