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Musica: 'Tu puoi se vuoi', Alexia lo canta a se stessa e al mondo e riparte così

06 maggio 2015 | 16.59
LETTURA: 6 minuti

Dopo 5 milioni di dischi venduti, 8 d'oro e 2 di Platino, la cantautrice spezzina si rimette in gioco dopo un intero lustro senza live, né dischi e questa volta lo fa autoproducendosi e scrivendo testi in cui si racconta senza mezzi termini, ma anche con grande poesia

La cantautrice Alexia
La cantautrice Alexia

"Se non hai qualcosa da dire, non puoi metterlo in musica". Parla così Alexia all'Adnkronos che, dopo cinque anni di assenza nei quali è diventata mamma ben due volte, torna con un disco autoprodotto 'tu puoi se vuoi' in cui dice davvero molte cose e tutte sgorgate dal suo dolore, dalla sua gioia, dalla paura e dalla voglia di superarla e ricominciare partendo da sé, riscoprendo il proprio talento come una gemma nuova. Nuova sì, perché Alexia - 5 milioni di dischi venduti in tutto il mondo, 8 Dischi d'oro, 2 di Platino e una vittoria al festival di Sanremo nel 2003 - è cambiata!

E' nuovo il look che esalta la sua femminilità, se pure senza eccessi. Ed è persino nuovo, in qualche modo, il suono della sua voce che ha dentro una grinta non artificiale. E i testi, al di là del racconto di vita e dello stato d'animo di ogni brano, incitano alla rinascita, consapevole, tenace. Il disco non ha uno stile univoco: c'è il funky, ma anche il blues e il soul. Tanti colori, come quelli che nel videclip del brano già in diffusione radiofonica ('Il mondo non accetta le parole') vengono letteralmente gettati su un muro 'costretto' ad abbandonare il grigio dei sentimenti taciuti. (VIDEO)

Il nome scelto per l'etichetta è eloquente: Mama2.0 & Lungomare srl. Alexia, infatti, è spezzina e il suo amore per la Liguria è così forte da essere impresso sul suo braccio destro in un disegno, ben visibile anche sulla cover dell'album, che esprime molto di lei, di ciò che la incoraggia, di ciò in cui crede: ci sono i componenti della sua famiglia ("tesoro inestimabile"), una pugilessa ("noi donne riusciamo a fare tutto, nonostante viviamo in una società che non ci dà assolutamente i mezzi e i servizi") che colpisce un serpente ("sono le paure, le angosce, le inquietudini che io vissuto in questi cinque anni"), un cuore trafitto da una nota ("la musica è la mia passione"), una ragnatela ("rappresenta non solo una fase di stallo, ma anche un esserino piccolo che riesce a costruire qualcosa di incredibilmente perfetto con grande cognizione) e una grande àncora (il mare e la sua La Spezia).

"Questo tatuaggio - racconta Alexia, mostrando con allegria il suo braccio destro - l'ho fatto quando me lo sono meritato e cioè quando ho avuto di nuovo la forza di ripartire da me stessa e rimettermi in gioco completamente con un disco nuovo, un team nuovo, parole nuove, anche forti in alcune circostanze, ma mi sentivo di esprimermi liberamente. Ora quando risalgo sul palco si riaccende una lampadina".

Dietro di lei, cinque anni belli, ma anche difficili: "Il pensiero di dover in qualche modo abbandonare la musica, coglie chiunque di noi faccia questo mestiere - dice Alexia - Ci sono momenti in cui non ti senti in sintonia con quello che stai ascoltando, non ti senti più all'altezza dei ritmi. Poi scatta qualcosa e ti rendi conto che sei in una fase di transizione e che avevi bisogno di questo momento buio per ritrovare la luce. In questi 5 anni ho fatto anche esperienze meravigliose come la mia seconda maternità, che non era assolutamente contemplata. Da lì potevo ripartire, da me stessa. E ho ricominciato l'attività dal vivo con un gruppo di musicisti che sono diventati anche degli amici".

"Con loro - evidenzia Alexia - è nato un feeling, un'alchimia particolare che da anni non sentivo con una propulsione così forte. Non mi era mai capitato. Mi hanno ridato tantissima fiducia e hanno notato in me una nuova energia, diversa, più consapevole. Io e Alberto De Rossi (chitarrista), in particolare, avevamo una moleskine su cui appuntavano le frasi che ci venivano in mente e con le quali abbiamo ricostruito le cose che sia io che lui, paradossalmente, avevamo vissuto. Entrambi, infatti, avevamo vissuto momenti difficili. Poi con il resto della band ci siamo seduti a tavolino e abbiamo cominciato a suonare come si faceva una volta, partendo dalle radici. Così è venuto fuori un disco con il suono che volevo io. E dal suono è nato anche l'atteggiamento vocale che dovevo avere all'interno di questo disco".

"E le parole erano talmente sincere, ero talmente io che mi raccontavo - sottolinea la cantautrice - che non avevo il timore di raggiungere una nota o di fare una coloritura, una fioritura, perché non ce ne era bisogno. Era sufficiente quello che stavo già dicendo".

Il punto è che Alexia ha scoperto se stessa. Il suo canto, quindi, è un rivelarsi, tanto che il singolo che ha scelto per la diffusione radiofonica, 'Il mondo non accetta le parole' è un preciso riferimento al linguaggio delle emozioni: "Ci si vergogna di dire ho bisogno di aiuto, mi sento solo o sola, ho bisogno di te, tu sei tutto quello che in questo momento rappresenta per me la vita. Questo è quello che non siamo più in grado dire".

Alexia mette al centro le emozioni, l'autenticità, la libertà di esprimersi, senza temere pregiudizi ed anzi scavalcando ogni sorta di schema. Il titolo del disco d'altronde parla chiaro: 'Tu puoi se vuoi'. Quattro parole con le quali Alexia si prefigge un obiettivo ben preciso: "Esortare chiunque a ripartire da sè. I miei collaboratori mi dissero, puoi farcela se vuoi, ma devi essere convinta tu per prima. Mi hanno convinto e ho sconvolto tutto e sono ripartita".

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