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Lirica: Conti (Cgil), Corte conti sindaca settore protetto da Costituzione

08 maggio 2015 | 15.56
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Per il segretario nazionale della Slc Cgil, Silvano Conti, "stupisce che il parere dei magistrati contabili si allinei sull'ormai conclamata posizione di Franceschini e del Mibact sul fatto che le 14 fondazioni siano troppe. Questo presuppone un declassamento di buona parte delle fondazioni in Teatri di Tradizione"

La sala del Teatro Massimo di Palermo
La sala del Teatro Massimo di Palermo

"E' curioso che la Corte dei conti si metta a sindacare su un settore costituzionalmente protetto, cui lo Stato deve dare risorse per mantenere questi centri di produzione culturale della musica colta". Non usa mezze parole Silvano Conti, segretario nazionale della Slc Cgil, a proposito della relazione dei magistrati contabili diffusa ieri che si interroga sulla sostenibilità delle 14 fondazioni lirico-sinfoniche italiane.

"Come mai - afferma il sindacalista all'Adnkronos - la Corte dei conti non interviene allo stesso modo su altri settori le cui funzioni sono costituzionalmente protette, come l'istruzione o la sanità? E come mai non ottempera invece alle sue funzioni di vigilanza sui bilanci? Dov'era la Corte dei conti quando le fondazioni avevano registrato un profondo deficit gestionale?".

"Parimenti stupisce - prosegue Conti - che il parere dei magistrati contabili si allinei sull'ormai conclamata posizione di Franceschini e del Mibact sul fatto che le 14 fondazioni siano troppe. Questo presuppone un declassamento di buona parte delle fondazioni in Teatri di Tradizione. Che ci dicano chiaramente cosa vogliono fare, perché le 14 fondazioni - insiste il segretario della Slc Cgil - hanno una funzione integrativa e a volte suppletiva dell'istruzione, oltre che una forte integrazione sul territorio. Si vogliono desertificare culturalmente intere aree del Paese? Ce lo dicano una volta per tutte assumendosi precise responsabilità".

"Accanto a sovrintendenti di valore c'è un florilegio di 'contabilisti' messi dalla politica"

A parere del sindacalista, però, la Corte dei conti fa anche "un rilievo importante dicendo che lirica è patrimonio d'eccellenza in tutto il mondo. Perché - si chiede - avendo autori eseguiti a livello internazionale non riusciamo a 'bucare'?". E Conti punta il dito contro la governance delle Fondazioni: "Non abbiamo più i grandi sovrintendenti del passato, ce ne sono alcuni di valore, ma accanto a questi c'è un vero e proprio florilegio di quelli che io definisco 'contabilisti', che sono prodotto diretto dell'invasività della politica, distorcente e inibente qualsiasi tipo di autonomia della cultura".

Nella relazione sulle 14 Fondazioni liriche, inoltre, la Corte dei Conti invita a razionalizzare le spese "indicando -sottolinea il sindacalista- la via delle coproduzioni per il repertorio, che possono coniugare una tenuta alta della qualità produttiva con i risultati gestionali. Invece i nostri 'contabilisti' fanno produzioni nuove altamente costose, con appalti, subappalti, obbedendo alle logiche dello star system, spendendo cifre alte in consulenze gestionali e altro; sono loro il vero problema dei nostri teatri lirici".

"A differenza degli altri Paesi - prosegue Conti - non si investe a sufficienza nell'arte musicale complessivamente intesa, e vi è un assordante ritardo rispetto a una legislazione di sistema che, interfacciando la riforma istituzionale, tratteggi la tenuta e il futuro della produzione culturale del nostro Paese che ancora è riconosciuta all'estero non solo un'eccellenza assoluta - conclude - ma anche un ottimo fattore di investimento economico".

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