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Cinema: Alberto Sordi, per i 95 anni si aprono le porte della sua villa

15 giugno 2015 | 13.17
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Nel celebre teatro all'interno della casa sono state presentate le attività delle Fondazioni a suo nome

di Ilaria Floris

Il palcoscenico del teatro di Villa Sordi all'Aventino (foto Adnkronos)
Il palcoscenico del teatro di Villa Sordi all'Aventino (foto Adnkronos)

di Ilaria Floris

Per dirla come il ministro Dario Franceschini, "forse Albertone non avrebbe gradito tutto questo trambusto, e il fatto che siamo andati a mettere il naso nella sua casa che custodiva così gelosamente". Può essere, ma il cuore del celebre attore romano scomparso nel 2003 era più grande della sua ritrosia a far entrare estranei nel suo 'territorio'. Così, proprio per rispettare le sue volontà testamentarie, nel giorno in cui avrebbe compiuto 95 anni sono state per la prima volta aperte le porte della storica dimora all'Aventino, per presentare le attività delle Fondazioni che portano il suo nome.

Una casa dove tutto è rimasto più o meno come era, dalla 'mitologica' barberia al teatro dal soffitto decorato e circondato da statue, che l'attore fortemente volle e che fece chiudere nel 1972, quando morì la sorella Salvina cui era legatissimo. Un'abitazione additata da sempre come una proprietà impenetrabile, arroccata su un promontorio del quartiere Aventino, che racconta moltissimo dell'indole di Alberto Sordi.

"Tanto era una maschera sorridente all'esterno - ricorda Carlo Verdone, presente all'incontro oltre che come amico anche in qualità di Presidente della Fondazione Alberto Sordi per i Giovani- tanto era chiuso e riservato all'interno, quasi una sorta di monaco. Questa casa era qualcosa di inviolabile, una fortezza". L'attore romano ha poi voluto ricordare a questo proposito un simpatico aneddoto: "Una volta gli chiesi: ma perché non apri un po' le finestre, sono sempre chiuse' -ha raccontato l'attore- e lui mi rispose 'Non posso, mi si rovinano i quadri'".

Una casa che contiene opere di grande valore, molte delle quali (come ad esempio tre preziosissimi quadri di De Chirico, donati alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna, o una parte della Biblioteca) sono ora state messe in sicurezza con la collaborazione del Ministero per i Beni Culturali.

"E' stato posto un vincolo pertinenziale su oltre 200 oggetti", ha sottolineato il ministro Franceschini, che ha voluto spiegare le ragioni del pieno sostegno del ministero all'intento di preservare la memoria del grande artista destinando, come lui e la sorella Aurelia volevano, il loro patrimonio a fini benefici e sociali.

"Abbiamo pensato fosse cosa dovuta, non solo per onorare la volontà testamentaria ma anche per il Paese. Il ricordo di Sordi interessa tutte le generazioni, i giovani possono conoscere un pezzo di quell'Italia attraverso i suoi film". Anche la volontà di aprire al pubblico la celebre villa "è una grande opportunità - ha aggiunto il ministro- visto che era da sempre per tutti inaccessibile. Si allinea con la consuetudine delle altre città straniere di valorizzare non solo le bellezze artistiche, ma anche le abitazioni di personaggi illustri che ci hanno vissuto o ci sono nate. In Italia questo non è ancora molto diffuso, e farlo ha dunque anche delle intelligenti ragioni turistiche".

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