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Tv: vizi e peccati secondo Paolo Poli da domani sera su Rai3

19 giugno 2015 | 15.57
LETTURA: 4 minuti

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Pino Strabioli e Paolo Poli (foto Adnkronos/Cristiano Camera)
Pino Strabioli e Paolo Poli (foto Adnkronos/Cristiano Camera)

"Abbiamo pensato ai vizi capitali, ma avremmo potuto fare Biancaneve e i sette nani. Ovviamente, io Biancaneve e Pino i sette nani". E' un fiume in piena Paolo Poli alla presentazione di 'E lasciatemi divertire', il programma che lo vede tornare, da domani sera alle 20,10 su Rai3 per otto sabati insieme con Pino Strabioli, in televisione dopo 40 anni. "Mica sono stato sulla luna però...", sbotta l'attore fiorentino con chi gli chiede come mai 40 anni di assenza dalla tv, "e poi ho fatto la radio, ho letto interi romanzi su Radio 3. Insomma, non l'ho mai rotto il mio rapporto con la Rai...", sottolinea l'attore.

"Ci sono state rare apparizioni televisive di Paolo Poli - sottolinea il direttore di Rai3, Andrea Vianello - soprattutto su Rai3 da Fabio Fazio, con interviste che facevano aumentare gli ascolti del programma. Accogliere il teatro italiano sulla tv generalista, con un grande attore come lui che è tornato grazie a Pino Strabioli, è un grande orgoglio e privilegio", aggiunge Vianello, mentre Poli fa il verso del morto nella bara e confessa che tra i sette peccati capitali il suo preferito è "la superbia, senza dubbio, dopo tutte queste laudi...".

Il programma, scritto da Pietro Galeotti, Assunta Magistro, Adriana Sodano e lo stesso Strabioli, con la regia di Michelangelo Pepe, racconta la lunghissima carriera di Poli, i suoi incontri , le passioni e i vizi del "lupo in pelli d'agnello", del "ben educato e diabolico genio del male", come Natalia Ginzburg definiva Poli. Ogni puntata dura cinquanta minuti ed è dedicata a uno dei sette vizi capitali, tranne l'ottava "che è un elogio del peccato in generale. Il peccato - ironizza Poli - nell'Enciclopedia Britannica del Cristianesimo, è fondamentale: grazie al peccato è arrivato Gesù sulla terra. E poi la religione è piena di frasi meravigliose come 'pecca fortiter', 'felix culpa'...".

Non solo vizi, peccati e peccatori. Ogni puntata avrà il santo del giorno, interpretato da Poli, anche se non ci sarà la celebre 'Santa Rita da Cascia', che quando andò in scena nel 1966, scatenò infinite polemiche e perfino un'interrogazione parlamentare da parte di Oscar Luigi Scalfaro. "Paolo è un grande conoscitore delle vite dei santi", sottolinea Strabioli, cui fa eco Poli che suggerisce ai presenti la lettura de "'La legenda aurea' di Jacopo da Varazze, con le biografie di santi, anche di quelli che non sono mai esistiti, come San Giorgio e molti altri. Oggi però se ne fanno troppi...".

La puntata di domani analizza la lussuria e prevede un'anteprima senza Paolo Poli, con lo psicanalista e scrittore Massimo Recalcati che racconterà come viene vissuto oggi questo vizio. In ogni puntata ci saranno interventi di Flavio Insinna, Ascanio Celestini, Elio Germano, Antonio Rezza, Paolo Villaggio e la chiusura sarà affidata a una poesia di Aldo Palazzeschi. La chicca del primo appuntamento sarà la lettura del 'Decameron' di Boccaccio, "che usava il giusto linguaggio, perché per parlare di sesso ci vuole un linguaggio piccante, come facevano Mozart e Joyce, e non quello usato dal giovanotto che un giorno rimorchiai - racconta Poli - e che appena fummo soli mi chiese: 'vuoi essere penetrato?'. 'Dai, rivestiti e andiamo a mangiare un gelato...' gli dissi... Quel linguaggio 'aulico' spense ogni mio desiderio".

"Ecco, Boccaccio è così, un grande che presta molta attenzione alle donne e non dà giudizi morali sui personaggi che racconta. A differenza di Dante che ne dà anche troppi. E non solo. Pensate al momento in cui incontra Adamo nel 'Paradiso'. Io gli avrei chiesto, a lui che lo ha visto, se Dio era un bel giovanotto sui trent'anni. Oppure gli avrei chiesto se aveva l'ombelico, visto che Adamo non è nato ma è stato plasmato. E invece cosa gli chiede Dante? Che lingua si parlava nell'Eden... Era proprio una professoressa noiosa!", conclude Poli.

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