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Cinema

Auguri Salvatores. Da Mediterraneo a Nirvana, l'esperimento come dogma

29 luglio 2015 | 13.27
LETTURA: 3 minuti

Gabriele Salvatores (Foto Infophoto) - INFOPHOTO
Gabriele Salvatores (Foto Infophoto) - INFOPHOTO

Amicizia, ricordo, viaggio, infanzia, fuga dalla realtà, crescita. Da ‘Marrakech Express’ passando per ‘Mediterraneo’ fino al fantascientifico ‘Il ragazzo invisibile’, Gabriele Salvatores è uno di quei registi che nella sua carriera oltre a raccontare tante storie ha sperimentato generi cinematografici diversi cambiando forma e linguaggio ai suoi film.

Esattamente 65 anni fa, il 30 luglio del 1950, Salvatores nasceva a Napoli. Trasferitosi a Milano, l’esordio alla regia cinematografica arriva nel 1983 con ‘Sogno di una notte d'estate’, un film che testimonia la sua passione per il teatro con il quale ha mosso i primi passi nel mondo dello spettacolo. E dopo aver collaborato con grandi comici come Paolo Rossi e Claudio Bisio in ‘Kamikazen–Ultima notte a Milano’, Salvatores inventa la ‘trilogia’ che inizia con ‘Marrakesh Express’ (1989, con Diego Abatantuono) e si chiude con ‘Mediterraneo’ – il film che lo consacra come star nazionale e gli regala un Oscar oltre a 3 David di Donatello e un Nastro d’Argento - passando per ‘Turnè’ (1990). Il viaggio è protagonista in realtà anche del successivo ‘Puerto Escondido’, con Diego Abatantuono e Claudio Bisio, ambientato in Messico. Dopo ‘Sud’, nel 1997 arriva la fantascienza di ‘Nirvana’ in cui Salvatores sfrutta il fascino ambiguo del mondo dei videogame. Nel 2000 sperimenta ancora con ‘Denti’, un film sconsigliato a chi non ha un buon rapporto con denti e dentisti, e poi con ‘Amnèsia’ che divide critica e pubblico. Ma nel 2003 il racconto evolutivo ‘Io non ho paura’, tratto dal romanzo di Niccolò Ammaniti, viene subito accolto con grande favore per la sua intensità.

Del 2005 è Quo vadis, baby?, tratto dall'omonimo romanzo di Grazia Verasani, in cui il regista sperimenta ancora usando tecniche digitali per tutta la durata del film e dirigendo un noir sui generis . Nel 2008 torna a dirigere un film tratto da un romanzo di Niccolò Ammaniti, 'Come Dio comanda'. 'Happy Family' (2010) è ambientato nella Milano di Salvatores, mentre ‘Educazione siberiana’ del 2013 è tratto dal libro di Nicolai Lillin.

Nel 2013 il ritorno alla fantascienza con ‘Il ragazzo invisibile’, che segna la sesta collaborazione del regista con Fabrizio Bentivoglio, nonché il ritorno di Salvatores al mondo della fantascienza.

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