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Tv: Vespa, Renzi a 'Porta a Porta'? E' invitato ma non mandiamo Carabinieri

03 settembre 2015 | 17.27
LETTURA: 6 minuti

Bruno Vespa e Giancarlo Leone alla conferenza stampa di 'Porta a Porta' (foto Adnkronos) - ADNKRONOS
Bruno Vespa e Giancarlo Leone alla conferenza stampa di 'Porta a Porta' (foto Adnkronos) - ADNKRONOS

"Anche quest'anno abbiamo invitato il premier Matteo Renzi, ma non mandiamo certo i Carabinieri a Palazzo Chigi". Non sa ancora se quest'anno il Primo Ministro tornerà a sedersi nel suo salotto, ma quel che è certo è che Bruno Vespa, ideatore e conduttore di 'Porta a Porta' tornerà in onda su Rai1 da lunedì alle 23.20 per la ventesima stagione, con quattro puntate settimanali. Un format vincente, che da vent'anni, attraverso politica, cronaca e costume, racconta la storia d'Italia e del mondo. (Video)

"L'avventura iniziò nel 1996, Vespa inventò la formula di 'Porta a Porta' che è un po' come la settimana enigmistica, inimitabile - ha detto il direttore di Rai1 Giancarlo Leone - E' il talk show più riuscito e visto nel sistema televisivo italiano, e si è modificato con il tempo, confermando la leadership nella seconda serata. Solo nell'ultima stagione, difficile per tutti, il programma ha migliorato gli ascolti rispetto all'edizione precedente, registrando uno share del 13%".

"Stagione dopo stagione ci rinnoviamo in modo impercettibile - ha proseguito Vespa - Abbiamo dovuto adattare la formula e alleggerirla per ampliare il target. Abbiamo toccato picchi di share altissimi negli anni. Uno su tutti il caso Cogne, che nel marzo 2002 ha registrato il record di ascolti in prima serata con oltre 10 milioni di ascoltatori". "A differenza della settimana enigmistica 'Porta a Porta' è mutata e si è adattata alle nuove esigenze della tv - ha precisato il conduttore - Nonostante ci siano 200 canali sul digitale contro i quali competere, non sono riusciti ancora a toglierci la leadership".

Il conduttore, da quando esiste 'Striscia la Notizia' la Rai deve controprogrammare tutto

'Porta a Porta' è un talk che in ogni stagione continua a trovare consensi tra gli spettatori, e che seguendo la linea proposta ieri dal dg della Rai, Antonio Campo Dall'Orto, dovrà adattarsi alle nuove esigenze del format: poche persone che parlano e molte conversazioni a due, anche solo con il conduttore. "La linea di 'Porta a Porta' è quella di far parlare né troppa gente né urlare, e fare dei faccia a faccia - ha spiegato Vespa a margine della conferenza stampa - Il direttore ieri parlava in linea molto generale, ma mi riconosco nelle sue parole, del resto è quello che facciamo già".

Prima di Natale sarà trasmessa la puntata numero 2.500, e il prossimo 22 gennaio 'Porta a Porta' spegnerà venti candeline, confermandosi ancora oggi uno dei programmi di punta della rete ammiraglia di Viale Mazzini: "Il format è cambiato ma ha ancora successo - ha detto Vespa - in vent'anni sono cambiati gli italiani e la televisione, vent'anni fa c'era il 'Maurizio Costanzo Show' che dominava, e giustamente. Costanzo ha inventato il talk show in Italia, e noi fummo i concorrenti, poi arrivammo dopo qualche anno a batterlo".

"Ora è cambiato tutto, è cambiato il mercato - prosegue Vespa - Chi immaginava che ci sarebbero stati circa 200 canali digitali? E' cambiato il mondo, cambia la televisione, cambiano i politici. Quando 'Porta a Porta' è cominciata andava in onda molto prima, in quegli anni la seconda serata iniziava alle 22.30 e finiva a mezzanotte ora si è spostato tutto in avanti. Da quando esiste 'Striscia la Notizia' la Rai deve controprogrammare tutto. Invece di iniziare alle 20.30 come funziona in altri paesi, si comincia ale 21.30".

"Mettere in soffitta il mio programma? Non so, potrei continuare altri vent'anni, mi diverto"

Quanto a un suo probabile ritiro dalle scene del servizio pubblico, Vespa ribadisce che non intende mollare il timone di 'Porta a Porta': "Mettere in soffitta il mio programma? Non lo so. Potrei continuare par altri vent'anni ma non dipende da me, io mi diverto - chiosa il conduttore - Collateralmente sto coltivando una vecchia passione che è quella del vino. Siamo stati premiati addirittura con tre bicchieri del Gambero Rosso e per me è stato il massimo".

A chi gli chiede un parere sulla linea politica di Matteo Renzi, Vespa risponde: "Renzi è il figlio politico che Berlusconi non ha avuto, ma non è una novità di adesso - ha sottolineato il conduttore - hanno molte caratteristiche in comune e anche molte diversità. Non so se ci saranno elezioni anticipate, ma gli elettori non sono scemi se non si mantengono le promesse. Renzi l'ha detto, il 16 dicembre ci saranno i funerali della Tasi, e credo manterrà la parola data".

"Un nuovo contratto con gli italiani lo farei anche domani mattina, ma ogni cosa ha i suoi tempi"

Dal governo Prodi a quello di Renzi, nel salotto di Vespa la politica ha avuto un peso decisivo, come il Contratto con gli Italiani, presentato e firmato da Silvio Berlusconi nel maggio 2001 nel corso della trasmissione, a cinque giorni dalle elezioni politiche. "Un nuovo Contratto con gli Italiani lo farei anche domani mattina, ma ogni cosa ha i suoi tempi - ha spiegato Vespa - Quello firmato da Berlusconi ha fatto storia, nonostante i rimproveri".

Al centro della nuova stagione di 'Porta a Porta' quest'anno, non ci sarà solo l'esodo biblico dei migranti che investe l'Italia e l'Europa, ma anche l'allerta terrorismo: "E' un miracolo che l'Italia non sia stata ancora colpita. Io non credo che si possa replicare un grande attentato come quello delle torri gemelle, studiato con perfezione militare, ma il lupo solitario, il cane sciolto può svegliarsi in ogni paese, in ogni momento".

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