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45 anni fa moriva Jimi Hendrix, leggenda del rock

18 settembre 2015 | 11.47
LETTURA: 4 minuti

Jimi Hendrix (foto Infophoto) - INFOPHOTO
Jimi Hendrix (foto Infophoto) - INFOPHOTO

45 anni fa moriva Jimi Hendrix. Il leggendario chitarrista rock aveva solo 27 anni quando fu trovato senza vita a Londra, nella sua stanza al Samarkand Hotel. Era il 18 settembre 1970, e ancora oggi la sua morte sembra avvolta da una nube di mistero, come del resto quella degli altri rocker del cosiddetto 'Club 27', quello dei musicisti scomparsi a 27 anni. Nato a Seattle il 27 novembre 1942, in una manciata d'anni Hendrix ha cambiato per sempre la storia della musica rock, riscrivendola a suon di riff e assoli di chitarra elettrica.

Era un bambino quando suo padre gli regalò un vecchio ukulele con una sola corda, con il quale il piccolo Hendrix iniziò a muovere i primi passi nella musica, prima di imbracciare la prima vera chitarra, che un amico del padre gli vendette per soli cinque dollari. Blues, r'n'b e soul, ma anche funky, psichedelica e tanto rock, il suo repertorio ha abbracciato negli anni vari generi musicali, sfornando brani leggendari come 'Purple Haze' (1967), 'Foxy Lady' (1967), 'Hey Joe' (1967) e 'Voodoo Child' (1970).

Vero talento dietro la chitarra elettrica, nel 2011 la sua musica gli è valsa la consacrazione nella classifica della rivista 'Rolling Stone', che lo ha incoronato come il più grande chitarrista di sempre, ponendolo ai vertici della lista dei 100 migliori chitarristi di tutti i tempi. Accompagnato dalla sua fedele Fender Stratocaster, le sue performance sul palco hanno inciso a fuoco l'immaginario collettivo, infiammando per decenni intere generazioni, assieme alla sua storica band, la 'Jimi Hendrix Experience'.

Indimenticabile il debutto al festival di Monterey del 1967, durante il quale si esibì in una scenografica performance, al termine della quale incendiò la chitarra sul palco, dopo averla suonata con i denti, di traverso e dietro la schiena. Memorabile anche la chiusura del Festival di Woodstock nel 1969, durante il quale intonò l'inno americano rivisitandolo in una versione dissacrante, simulando, solo con la chitarra, i bombardamenti, le sirene e i colpi di mitraglia della Guerra del Vietnam.

Tra genio e sregolatezza, la sua parabola nella musica termina il 6 settembre 1970, giorno dell'ultima apparizione in pubblico prima della morte. Hendrix suona al Festival di Fehmarn in Germania, ma viene contestato dal pubblico che lo accoglie con fischi e urla.

Nel giorno dell'anniversario della sua morte, oltre agli omaggi previsti da Sky Cinema Cult Hd e Sky Arte Hd con una programmazione ad hoc, anche Carlo Verdone stamattina ha voluto ricordare ai microfoni di Radio1 Rai il musicista statunitense: "Jimi Hendrix ha riscritto la storia della chitarra - ha detto l'attore - Quando ascoltai 'Hey Joe' rimasi stupito dall'assolo di chitarra, mi sembrò una cosa mai sentita prima. Era davvero un uomo che stava riscrivendo la storia della chitarra, la sua musica è molto piena, sollecita moltissimo l'emotività. E' come un potentissimo farmaco. Hendrix era un maestro del virtuosismo, un'anima profondamente poetica. Non è stato solo un grande chitarrista, il più grande, ma anche grande compositore".

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