"L'unico rimpianto che ho è che non ci sia 'Suburra', ma non è dipeso da noi. Lo avremmo voluto ma proprio Sollima mi ha detto, in un dibattito radiofonico, che hanno scelto di evitare i festival e uscire ora, anche per evitare lo scontro con 'Spectre'". A poche ore dall'inizio della Festa del Cinema di Roma Piera Detassis, presidente della Fondazione Cinema per Roma, conversando con l'Adnkronos, indica questo come unico rammarico per l'edizione al via.
Principale soddisfazione per De Tassis sono "i tre titoli italiani che rappresentano altrettante sfumature diverse del nostro cinema", ovvero il mèlo 'Alaska' di Claudio Cupellini, la commedia di Sergio Rubini 'Dobbiamo parlare', e l'esordio di Gabriele Mainetti con 'Lo chiamavano Jeeg Robot'.
Rimpianti e soddisfazioni specifici si mescolano, per Detassis nell'avventura di quella che definisce "una scommessa forte, che ho accettato, di cambiare un po' le carte di questo gioco, di avere con la Fondazione il ruolo di collante, di indirizzo, di produttore di sinergie, per una Festa che sia vetrina e trampolino per una Roma che guardi al cinema 365 giorni l'anno, faccia dell'audiovisivo una sua eccellenza, guardi al mercato".
