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Cinema: la Calabria oggi nel doc 'Magna Graecia/Europa impari'

12 novembre 2015 | 12.50
LETTURA: 3 minuti

Una scena di 'Magna Graecia/Europa Impari'
Una scena di 'Magna Graecia/Europa Impari'

"Abbiamo cercato di descrivere un luogo attraverso le anime delle persone che lo abitano". E’ così che l'italiana Anita Lamanna e il francese Erwan Kerzanet parlano della loro opera prima, diretta a quattro mani, 'Magna Graecia/Europa Impari'. Il film, in concorso al Medfilm Festival per la sezione internazionale documentari ‘Open Eyes’, è un racconto a più voci della Calabria di oggi. La regione sembra attraversare una stagione di particolare attenzione da parte del cinema: proprio lo scorso anno è stata protagonista del film di Francesco Munzi 'Anime nere', un viaggio nel cuore dell''ndrangheta, ma non solo, raccontato attraverso la storia di tre fratelli calabresi che ha vinto ben nove premi ai David di Donatello 2015. "Le donne, un insegnante e i suoi alunni, alcuni immigrati, un poliziotto, l’ex sindaco di Rosarno Peppino Lavorato, il procuratore aggiunto della Repubblica del Tribunale di Reggio Calabria Nicola Gratteri narrano le proprie storie sullo sfondo del Mar Ionio", dice Lamanna all'AdnKronos spiegando poi che questo progetto è nato nel 2012.

‘Magna Graecia/Europa Impari’ descrive un mondo dove le donne preparano pacchi pieni di provole, cipolle di Tropea e passate di pomodori da spedire ai propri figli emigrati nel nord d’Italia, scappati dalla disoccupazione e dalla ’ndrangheta e dove "da una scemenza si monta una favola". Una realtà dove l’insegnate di lettere della scuola media di Lauropoli (Claudio Dionesalvi) cerca in ogni modo di educare i suoi alunni alla coesistenza e dove il giornalista pakistano Jamil Abdul spiega all’immigrato le lunghissime procedure che dovrà affrontare per ottenere il permesso di soggiorno. "Abbiamo filmato delle conversazioni e dei momenti della quotidianità- dice Erwan Kerzanet- Pensavamo che avremmo trovato solo gente che non avrebbe avuto voglia di parlare e invece talvolta era perfino difficile contenerli".

"'Magna Graecia' nel titolo si riferisce al territorio delle colonie greche che si sono stabilite in Calabria nell’antichità da Sibari a Crotone fino a Rosarno e Crucoli. Il nome che i latini davano a queste colonie è una traccia che racconta una migrazione che esiste dall’antichità", spiega Lamanna. "I greci furono anche loro dei migranti che si stabilirono sulle coste del sud Europa dando vita a meravigliose civiltà. Magna Graecia insomma è un luogo antico, Europa Impari invece è il presente. Un presente dove la migrazione genera paura", aggiuge la regista calabrese di origine e anche lei emigrata, prima a Roma poi a Parigi. Le fa eco Kerzanet: "Il presente è un’Europa che è sempre alla ricerca di un equilibrio". Un equilibrio che i due registi invece sembrano aver pienamente trovato. “E’ bello condividere un progetto professionale. Siamo perfettamente complementari”, dice Erwan, compagno anche di vita di Anita con cui ha già in programma di girare un secondo documentario, questa volta su Roma. 'Magna Graecia/Europa Impari' sarà programmato anche al Kino di Roma, domani e sabato, alla presenza dei registi.

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