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Cinema: 'Loro di Napoli', docufilm tra calcio, migranti e burocrazia

02 dicembre 2015 | 15.55
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Cinema: 'Loro di Napoli', docufilm tra calcio, migranti e burocrazia

Vincere il campionato richiede allenamento. Sconfiggere la burocrazia, anche. E lo sanno fin troppo bene i giocatori dell'Afro-Napoli United, squadra composta da italiani e migranti ormai naturalizzati le cui imprese - fra calci al pallone e problemi legati allo ius soli - sono al centro di 'Loro di Napoli', film documentario firmato da PierFrancesco Li Donni e frutto di un anno di riprese al fianco degli sportivi e della squadra.

La storia del club ha inizio a Napoli nel 2009, quando Antonio, presidente e fondatore dell'Afro-Napoli, decide di mettere insieme in nome del calcio un gruppo di migranti partenopei provenienti dall'Africa e dal Sud America, italiani di seconda generazione e napoletani. Gli esordi nei tornei amatoriali dei campi della periferia nord di Napoli e un'unica costante nel tempo: la vittoria. Cinque anni dopo, nel 2014, il sogno di Antonio è quello di portare i suoi ragazzi a calcare i campi dei campionati Figc. Ma è proprio allora che iniziano i problemi, con lo scontro frontale con il muro di gomma della burocrazia sportiva e delle leggi italiane.

E i problemi si chiamano permesso di soggiorno, certificato di residenza: tanti ostacoli che impediscono ai giocatori dell'Afro di giocare a calcio nei campionati riservati agli italiani "regolari". Sarà solo grazie alla tenacia e agli sforzi di Antonio che i ragazzi riusciranno ad iscriversi al campionato federale di Terza Categoria.

Protagonisti del documentario - che attraverso le loro vite racconta lo scontro quotidiano tra un'integrazione ormai inarrestabile e le lungaggini e l'ostilità della legge italiana in un contesto difficile e problematico come quello di Napoli - sono il portiere Adam, originario della Costa d'Avorio, napoletano da sempre che vive a Secondigliano, Lello, nato nei Quartieri Spagnoli da padre napoletano e madre marocchina, mai dichiarato all'anagrafe e uno dei pochissimi apolidi italiani, e l'ivoriano Maxime, ex under 17 della nazionale del suo Paese che ora vive in una baracca alla periferia di Pianura sperando un giorno di poter giocare in una squadra di serie A.

Presentato alla 56esima edizione del Festival dei Popoli di Firenze, il film prodotto da Own Air e Minollo Film sarà presente nella selezione ufficiale al Fipa di Biarritz a metà gennaio. Accolto con calore dal pubblico all'anteprima fiorentina, in Italia tuttavia il documentario non ha ancora trovato un distributore.

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