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Lirica

Lirica: la 'Carmen' di Bizet inaugura la stagione del San Carlo di Napoli

05 dicembre 2015 | 15.49
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Il direttore Zubin Mehta e il regista Daniele Finzi Pasca al lavoro sull'allestimento della 'Carmen'
Il direttore Zubin Mehta e il regista Daniele Finzi Pasca al lavoro sull'allestimento della 'Carmen'

La bacchetta di Zubin Mehta sul podio e il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, in sala per la prima, domenica 13 dicembre, della 'Carmen' di Georges Bizet che inaugurerà la stagione d'opera e balletto 2015/2016 del Teatro San Carlo di Napoli. Tratta dall’omonima novella di Prosper Mérimée, pubblicata del 1845, la 'Carmen' di Bizet sarà messa in scena all’insegna della luce e della purezza, nel nuovo allestimento della Compagnia Finzi Pasca. L’inaugurazione della stagione verrà trasmessa in diretta su Rai5 e Rai Radio 3. La direzione è affidata dunque a Mehta, che ritorna al Teatro di San Carlo a distanza di pochi mesi dal plauso della critica e del pubblico partenopeo, per l'inaugurazione, lo scorso settembre, della stagione sinfonica 2015/2016, con la Sinfonia n.4 in fa minore e la Sinfonia n.6 in si minore 'Patetica' di Pëtr Il'ič Čajkovskij, rinnovando così il rapporto con i complessi artistici del Massimo napoletano. Si alternerà sul podio il direttore francese Jacque Delacôte.

A firmare la regia è Daniele Finzi Pasca, ideatore del ‘teatro della carezza’ per l’intimità e l’estrema sensibilità con cui cerca di avvicinare il grande pubblico all’incanto dello spettacolo teatrale, da quello circense più raffinato, all’opera lirica più passionale. Finzi Pasca, attore, regista, coreografo, autore, mimo, clown, di origini svizzere, ritorna a Napoli, dopo essere già stato applaudito al Teatro di San Carlo, e successivamente in tournée a San Pietroburgo, per la messa in scena di 'Pagliacci' di Ruggero Leoncavallo. La sua è una 'Carmen' onirica, non realistica, che si muove in una Siviglia suggerita più che rappresentata, quasi evocata, dalle scene di Hugo Gargiulo. Fondamentale è l'uso che il regista compie della luce, che assurge al ruolo di personaggio vero e proprio, in un dialogo di stati d'animo con gli altri personaggi presenti sulla scena. Il nuovo allestimento presenta inoltre le coreografie di Maria Bonzanigo e costumi di Giovanna Buzzi.

Due sono le artiste internazionali a vestire i panni della gitana Carmen: Marìa José Montiel e Clementine Margaine, mentre Eleonora Buratto e Jessica Nuccio interpretano il ruolo di Micaëla (personaggio presente nel libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy, ma assente nel testo di Mérimée). Brian Jagde e Andeka Gorrotxategui si alterneranno in Don José, Aris Argiris e Kostas Smoriginas rispettivamente primo e secondo cast per Escamillo (nella novella di Mérimée il picador Luca).

Anche quest'anno, il Teatro di San Carlo rinnova il suo impegno per il sociale, proseguendo la tradizione di aprire la prova generale dell’Inaugurazione della Stagione di opera e balletto a un’importante fondazione: giovedì 10 dicembre, ore 18.00 al Fresco Institute Italia per il Parkinson è dedicata la prova generale di Carmen. Il Fresco Institute Italia nasce a Firenze, con sede a Fiesole, e va a completare il gemello americano che ha sede presso la 'New York University Langone Medical Center' di Manhattan. I due centri lavorano in stretto contatto per migliorare la conoscenza e favorire la cura e la ricerca sul Morbo di Parkinson e i disordini del movimento.

La 'Carmen' su libretto di Herny Meilhac e Ludovic Halévy, fu eseguita in prima assoluta il 3 marzo 1875 al Théâtre National de l'Opéra-Comique di Parigi, il giorno stesso in cui Bizet ricevette la massima onorificenza francese, la Légion d'honneur. Erano presenti presenti tra il pubblico Charles Gounod, Jules Massenet, Léo Delibes, Jacques Offenbach, Alexander Dumas figlio. A Napoli l'opera esordì al Teatro Bellini, il 15 novembre 1879, per volere dell’impresario Camille du Locle, che ne commissionò per l’occasione la traduzione italiana. La 'Carmen è poi andata in scena al Teatro di San Carlo in ben 42 edizioni, per un totale di 317 recite, in diverse sedi: nel teatro stesso (35 edizioni), nei Giardini di Palazzo Reale (una edizione), all'Artena Flegrea (quattro edizioni), alla Mostra d'Oltremare (una edizione) ed alle Terme Romane di Baia (una edizione).

L'universalità e la modernità del messaggio di Bizet in 'Carmen' poggiano non solo sui consueti elementi di passionalità e sensualità (Eros e Thanatos, amore e morte, i cui temi musicali si intrecciano dall’inizio alla fine dell’opera in Leitmotive e continui richiami), ma vanno ricercate nell’inafferrabilità di Carmen, una giovane donna, di appena 17 anni, libera ed emancipata, capace di ammaliare Don José ed Escamillo, rispettando in pieno i dettami dell’aria 'L'amour est un oiseau rebelle'.

Tra gli ammiratori di Bizet, Friedrich Nietzsche così scriveva a proposito della 'Carmen' in 'Il caso Wagner': "Ho udito ieri – lo credereste? – per la ventesima volta il capolavoro di Bizet. Ancora una volta persistetti in un soave raccoglimento, ancora una volta non fuggii. Questa vittoria sulla mia impazienza mi sorprende. Come rende perfetti una tale opera! Nell'udirla si diventa noi stessi un 'capolavoro'. E realmente, ogni volta che ascoltavo la Carmen mi sembrava di essere più filosofo, un miglior filosofo di quanto non fossi solito credere". Tra gli altri grandi ammiratori dell'opera anche Pëtr Il'ič Čajkovskij, per il quale la 'Carmen' "è un capolavoro nella vera accezione del termine, cioè una delle rare creazioni che traducono gli sforzi di tutta un’epoca musicale... Sono persuaso che entro dieci anni Carmen sarà l'opera più popolare del mondo".

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