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Cinema

Tanti auguri David Lynch, 70 anni con vista Twin Peaks /Video

18 gennaio 2016 | 12.48
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David Lynch (Foto Fotogramma)
David Lynch (Foto Fotogramma)

"L'idea è tutto. Non tradirla e ti dirà tutto ciò che c'è da sapere". Artista rivoluzionario, collezionista di opere deformanti, visioni e racconti surreali, vincitore di due Palme d'Oro nel 1999 e nel 2001, il 20 gennaio David Lynch compirà 70 anni.

Nato a Missoula, Montana, nel 1946, si dedica in giovane età alla sua prima passione, la pittura. Frequenta la School of the Museum of Fine Arts di Boston e parte per l'Europa per studiare l'espressionista Oskar Kokoschka, ma torna in America dopo poche settimane. Nel 1996 si trasferisce a Filadelfia, dove comincia ad avvicinarsi alla macchina da presa. Realizza il suo primo cortometraggio, 'Six Figures Getting Sick', col quale vince il concorso della Pennsylvania Academy of Fine Arts. Si tratta di un prodromo dei vari fili rossi sui quali si muoverà l'intera filmografia di Lynch, uno su tutti la centralità dell'elemento sonoro, posto come colonna portante della narrazione.

Nel 1971 si sposta a Los Angeles per frequentare il conservatorio dell'American Film Institute. Riceve una sovvenzione di 10mila dollari e realizza il suo primo lungometraggio, 'Eraserhead – La mente che cancella', un horror ansiogeno e minimalista in cui il regista riflette sui pericoli incontrati durante la parentesi a Filadelfia. Il film viene terminato nel 1977 tra difficoltà economiche e riprese a singhiozzi, che portano Lynch a perdere la casa e a dormire sul set. Ritenuto impossibile da distribuire, ottiene un clamoroso successo di critica ed è la rampa di lancio per il regista e alcuni suoi storici collaboratori: l'operatore Frederick Elmes, il tecnico del suono Alan Splet e l'attore Jack Nance.

Ma il film che lo consacra di fronte al grande pubblico è 'The Elephant Man' (1980), in cui Lynch racconta la storia di Joseph Merrick, uomo deforme vissuto in età vittoriana. Adattato dai libri 'The Elephant Man and Other Reminiscences' di Frederick Treves e 'The Elephant Man: a Study in Human Dignity' di Ashley Montagu, il film viene sponsorizzato da Mel Brooks, che collabora alla produzione, e riceve 8 nomination agli Oscar. Ecco una delle scene più emozionanti e drammatiche del film interpretato da Anthony Hopkins e John Hurt.

Dopo l'insuccesso del controverso 'Dune' (1984) – alterato dai diversi tagli alla versione lynchiana – il regista si rialza due anni dopo con il noir 'Velluto blu', che segna, insieme al film precedente, l'esordio cinematografico di Kyle MacLachlan, "l'uomo innocente" – dice il regista – "che è interessato ai misteri della vita". Finanziato da Dino De Laurentiis, 'Blue Velvet' affonda le radici nell'infanzia del regista, che spesso si recava nei boschi per delle ricerche assieme al padre, funzionario del Dipartimento di Agricoltura di Washington.Tra incubi onirici, scene ansiogene e figure oscure, il film si caratterizza per la performance di Isabella Rossellini - con la quale Lynch ha avuto una relazione - nei panni di Dorothy Vallens e per l'inizio della proficua collaborazione tra il regista e il compositore Angelo Badalamenti.

Il 1990 viene aperto da ' Twin Peaks ', serie tv realizzata in collaborazione con Mark Frost. Nonostante il successo indiscusso dell'opera, Lynch abbandona il progetto dopo alcune controversie riguardanti gli sviluppi della trama: non ha intenzione di svelare l'assassino di Laura Palmer - avverrà nella seconda stagione - e si dedica a 'Cuore selvaggio', basato sull'omonimo romanzo di Barry Gifford. Il film riceve la Palma d'Oro a Cannes.

Nel 1992 scrive il prequel di 'Twin Peaks', 'Fuoco cammina con me', in cui si mostrano gli ultimi 7 giorni di vita di Laura Palmer. Presentato al Festival di Cannes, il film colleziona una lunga serie di recensioni negative e viene accolto senza entusiasmo da pubblico e attori: MacLachlan è infatti riluttante a partecipare e Lynch è costretto a ridurre il suo ruolo all'interno della storia, che vede il cameo del compianto David Bowie nei panni dell'agente scomparso Philip Jeffreys in una scena da delirio onirico.

Preceduto da 'Strade perdute' (1996) e 'Una storia vera' (1999), capolavoro indiscusso è 'Mulholland Drive' (2001). Concepito inizialmente come una serie televisiva, viene trasformato in lungometraggio grazie al finanziamento del distributore francese Canal Plus e regala a Lynch la Palma d'Oro per la miglior regia al Festival di Cannes. Se per 'Velluto blu' a far da padrone era la parte non vista della Filadelfia anni Ottanta, qui il regista mostra il lato oscuro e inquietante della Città degli Angeli. Mulholland Drive è infatti una lunga e vecchia strada di Los Angeles attorno alla quale si inerpica un enigma a metà tra allucinazione e realtà, definito dal regista "una semplice storia d'amore nella città dei sogni". Un film disturbante e pieno di sottotrame, scandito da un vero e proprio mantra, "This is the girl".

Girato a Los Angeles, e in parte in Polonia, è 'L'Impero della Mente' (2006), ultimo film di David Lynch, presentato a Venezia in occasione della serata durante la quale il regista vince il Leone d'Oro alla carriera. Le sue opere si distinguono per l'aura visionaria, l'atfmosfera straniante l'indagine dell'inconscio più recondito. L'opera più popolare ed emblematica della sua produzione è senza dubbio 'Twin Peaks', che narra le strane e inquietanti vicende di una cittadina apparantemente tranquilla. Un vero e proprio fenomeno popolare che ha consacrato MacLachlan come attore cult e il personaggio di Laura Palmer come uno dei simboli degli anni Novanta. 'Twin Peaks' vede la partecipazione di Lynch anche come attore, nei panni del bizzarro agente FBI Gordon Cole.

La serie ha collezionato diverse citazioni. Una delle più divertenti è quella dei Simpson nell'episodio in due parti 'Chi ha sparato al signor Burns'.

E il prossimo anno, dopo oltre un quarto di secolo, i protagonisti potrebbero tornare sul luogo dei delitti: è noto ormai che nel 2017 arriverà la terza stagione del prodotto simbolo di David Lynch.

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