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Obama e i potenti del mondo in piedi per Bocelli a Washington

05 febbraio 2016 | 07.30
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Andrea Bocelli
Andrea Bocelli

Tutti i potenti del mondo in piedi per Andrea Bocelli. E' stata accolta con una lunga standing ovation l'esibizione del tenore italiano all'apertura della 64esima annuale National Prayer Breakfast, evento sponsorizzato sia dal Senato americano, sia dall’House of Representative Prayer Group (il gruppo di preghiera della Camera dei Deputati Usa), al quale hanno preso parte il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, la First Lady Michelle, il Vice Presidente Joe Biden e i più influenti politici del pianeta, tutti riuniti per confrontarsi su temi di attualità mondiale, e per perfezionare collaborazioni internazionali su progetti di solidarietà, sviluppo e promozione umana.

Bocelli è stato salutato dallo stesso Obama con le parole "Grazie Andrea per aver condiviso il suo prezioso dono". Per la prima volta nella storia della National Prayer Breakfast, un personaggio riceve un secondo invito ad intervenire e pregare insieme: già presente all’edizione 2013, Andrea Bocelli, oltre a cantare, aveva tenuto un breve ma potente discorso che catturò l’uditorio. All’unanimità dunque, la decisione di rinnovare l’invito. E anche oggi il celebre tenore era presente in veste non solo di artista, ma anche e soprattutto di profilo pubblico costantemente attivo nell'ambito della solidarietà, uomo di pace e di fede, e promotore di valori sociali, culturali e cristiani nel mondo, tenacemente impegnato nell'ambito della beneficenza, soprattutto attraverso la sua fondazione, la Andrea Bocelli Foundation.

Come ogni anno, l'evento è durato tre giorni, tra incontri e meeting internazionali, ma, come da tradizione, ha visto il suo culmine con la 'Colazione della Preghiera', appuntamento che da 64 anni si tiene il primo giovedì del mese con il presidente americano (nessuno fino ad oggi ha mai mancato), al Capital Hilton di Washington.

Accompagnato sul palco da sua moglie, Veronica Berti, Bocelli si è esibito in apertura e chiusura dell’evento, cantando “Panis Angelicus” ed “Amazing Grace”, accompagnato al pianoforte da Eugene Kohn. Bocelli è anche intervenuto con un discorso molto sentito sulla situazione attuale.

"Signore, signori, signor Presidente - ha detto Bocelli - c’è un’ombra scura, anche in questo periodo storico, che pesa sul mondo, la guerra. Ci sono tanti bambini, tanti anziani, che muoiono a causa della guerra. E poi c’è una piccola, odiosa parola, “hýbris” già conosciuta nell’antichità: i greci antichi così definivano l’orgoglio (e l’arroganza che comporta)".

"Parallelamente, c’è però un motivo di grande speranza, di ottimismo: risiede nel fatto che ci siano persone di tutto il mondo che sanno mettere da parte l’orgoglio, le proprie opinioni, le proprie attese, e sentono il desiderio e la necessità di pregare insieme. Sono felice di essere parte di questa preghiera", ha affermato, fra l'altro, il tenore alla presenza dei 2.500 invitati, provenienti da tutto il mondo con oltre 130 delegazioni, tra principali rappresentanti dell’Esecutivo sia giudiziario che legislativo degli Usa ed esponenti della comunità diplomatica internazionale, per condividere lo spirito di amicizia attraverso la preghiera e il ringraziamento.

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