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Teatro: al Sistina di Roma il musical dedicato a Papa Giovanni Paolo II

19 aprile 2016 | 17.35
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Una scena del musical
Una scena del musical

In occasione del secondo anniversario della canonizzazione di Giovanni Paolo II sarà in scena al Teatro Sistina di Roma - il 25 e 26 aprile prossimi - 'Uomo tra gli uomini. Cos’è la santità se non un sì', il musical in due atti di Sabrina Moranti, inserito tra gli eventi culturali ufficiali del Giubileo, con il patrocinio del Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione presieduto da monsignor Rino Fisichella. Presentato presso i Musei Va ticani, lo spettacolo ha commosso gli ambasciatori presenti in rappresentanza di 25 Paesi accreditati presso la Santa Sede.

Tra suggestive scenografie, musiche e coreografie, sul palcoscenico si rivivono eventi di storia contemporanea che trasportano il pubblico dal Muro di Berlino al Muro del Pianto di Gerusalemme, dalle baraccopoli dell'India alle strade di Roma. Il tutto a partire dalle 21.37 dell'ormai storico sabato 2 aprile 2005, quando migliaia di fedeli si radunarono in piazza San Pietro per dare l'ultimo commosso saluto al Papa. L'opera si avvale delle musiche di Erika Provinzano, con gli arrangiamenti di Luigi Montagna, e delle coreografie di Paola Leste. Nel ruolo del Male recita Antonio Melissa.

"Un musical non narrativo ma evocativo del Papa polacco - spiega Sabrina Moranti, regista e ideatrice dell'opera - in cui la figura di Wojtyla non appare mai sulla scena ma solo attraverso ricordi, racconti, esperienze, fotogrammi di vita di gente comune, in un continuo equilibrio tra bene e male". Nello spettacolo vi è da un lato l'umanità rappresentata da un gruppo di amici che, spinti dagli insegnamenti del Papa, sperimentano una rinascita esistenziale accettando con speranza la propria storia; dall'altro, il personaggio del Male, protagonista-antagonista del musical, che tenta in modo ambiguo, ironico, a volte crudele, di osteggiare i piani di quello che chiama 'il nemico bianco'.

E proprio attraverso questa visione distorta del Male che emerge il Bene compiuto da Giovanni Paolo II: nel mondo, nella Chiesa, tra gli uomini e le donne di ogni tempo e luogo. "Questo musical nasce per gratitudine - spiega ancora la regista - ma soprattutto vuole lanciare un messaggio preciso: ovvero che la santità non è qualcosa riservata ad una élite ma una chiamata universalmente valida, al di là del proprio credo o della propria cultura. E per rispondere a questa missione speciale non bisogna far altro che dire sì, giorno dopo giorno. Incondizionatamente, coraggiosamente, fiduciosamente sì", conclude.

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