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Da Shanghai a Pechino, 'Umbria Jazz' alla conquista della Cina

22 aprile 2016 | 16.15
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Un'immagine dalla pagina facebook della manifestazione
Un'immagine dalla pagina facebook della manifestazione

L'Umbria Jazz è pronta ad allargare i suoi confini e a conquistare la Cina. Una delle più grandi manifestazioni di musica jazz mondiale, che si svolge nel periodo estivo a Perugia, arriverà infatti sul territorio cinese dal 27 aprile fino all'8 maggio. 'Umbria Jazz China 2016' - questo il titolo dell'evento - si compone di una serie di appuntamenti che si svolgeranno tra Pechino, Shanghai, Qingdao e Canton e vedrà esibirsi alcuni dei maggiori esponenti del jazz italiano come Danilo Rea (piano solo), Fabrizio Bosso Quintet e i Funk Off (marching band di quindici elementi).

L'iniziativa, organizzata dalla Fondazione Umbria Jazz con il sostegno di importanti istituzioni, tra cui il Mibact, la Regione Umbria, l'Ambasciata Italiana, la Fondazione Italia Cina, è stata presentata oggi a Roma presso il Salone del Consiglio Nazionale del Mibact, alla presenza, tra gli altri, del vicepresidente della Regione Umbria, Fabio Paparelli, del vicepresidente della Fondazione Umbria Jazz Stefano Mazzoni e dell'assessore regionale alla Cultura, Fernanda Cecchini.

La sfida che il festival si propone è quella di stabilire un dialogo con le profonde trasformazioni della società cinese, che possono incontrare nel messaggio libero del jazz una interlocuzione vitale e virtuosa. "Il brand Italia ancora una volta arriva all'estero per promuovere il sistema Paese con una serie di eventi che sapranno raccontare la visione culturale e musicale dell'Umbria e della sua storia recente - ha detto Paparelli - Fare del top jazz italiano un punto di riferimento per i nuovi consumi culturali dei giovani e della classe media cinese, che tanto apprezza il nostro stile di vita, era un po' il nostro sogno. Questa prima mondiale in Cina - ha aggiunto il vicepresidente - diventa quindi veicolo di promozione culturale e turistica".

Mazzoni, festival italiani prodotti difficili da esportare all'estero

La Cina è soltanto l'ultima in ordine cronologico delle 'trasferte' di Umbria Jazz nel mondo, dopo Stati Uniti, Australia, Serbia, Sudafrica, Giappone, Brasile e Argentina. "Esportare il jazz italiano è una cosa utile e possibile - ha affermato il vicepresidente di Fondazione Umbria Jazz, Mazzoni - perché è conosciuto in tutto il mondo ed è ormai una realtà".

"Esportare Umbria Jazz è invece difficile - ha spiegato - perché è un evento importante non solo per i concerti ma soprattutto per il clima che si crea intorno a questa manifestazione, basti pensare che durante i dieci giorni vendiamo circa sessantamila biglietti, mentre le presenze sono cinquecentomila. Portare quindi un festival del genere in un altro posto significherebbe 'spostare' un'intera città".

Il vicepresidente si è soffermato poi sulla recente scomparsa di Prince, ospite cinque anni fa dell'Umbria Jazz a Perugia. "Quello del 15 luglio 2011 fu un concerto meraviglioso durato più di tre ore. Sono profondamente dispiaciuto della sua scomparsa perché la musica perde uno dei suoi interpreti migliori".

Cecchini, jazz linguaggio universale che unisce culture diverse

Il 5 maggio a Shanghai si terrà inoltre una giornata di promozione turistica dell'Umbria, regione che negli ultimi anni ha registrato un aumento significativo di presenze turistiche cinesi e che è da decenni una delle principali porte d'ingresso degli studenti cinesi in Italia.

"La più grande risorsa dell'Umbria è l'Umbria stessa - ha affermato l'assessore regionale alla Cultura Cecchini - Essendo una piccola regione, però, dobbiamo focalizzare la nostra attenzione sulla qualità della nostra offerta. Il jazz è il linguaggio universale più bello e creativo, capace di unificare culture diverse - ha spiegato - e se il mondo cinese è interessato a noi, non posso che avallare questo tipo di operazioni".

In programma ci sono anche campagne su 'WeChat', l'app molto usata dai cinesi, la traduzione in cinese del portale turistico e la firma, da parte dei rappresentanti dell'associazione di agenzia di viaggio e del consorzio di operatori turistici umbri, di un accordo con uno dei più importanti tour operator cinesi (Ctrip), tesa alla creazione di pacchetti turistici mirati.

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