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Teatro: la storia di Romero vescovo scomodo diventa pièce

28 giugno 2016 | 20.26
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il cast de 'Il martirio del pastore' scritto da Samuel Rovinski per la regia di Maurizio Scaparro
il cast de 'Il martirio del pastore' scritto da Samuel Rovinski per la regia di Maurizio Scaparro

La storia di Romero, vescovo scomodo, arriva a teatro: "Il martirio del pastore", testo di Samuel Rovinski (traduzione e adattamento di Eleonora Zacchi), sarà in scena in prima nazionale a San Miniato, in provincia di Pisa, 14 luglio, in Piazza del Duomo, alle 21.30.

La Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato quest’anno pone, infatti, al centro del cartellone della Festa del Teatro di San Miniato la fede intesa come vita votata al bene e sceglie la vicenda di Monsignor Oscar Arnulfo Romero, Arcivescovo cattolico salvadoregno, determinato a chiedere il rispetto dei diritti umani per la sua gente e beatificato pochi mesi fa da Papa Francesco, che ha sbloccato una pratica ormai ferma da troppo tempo. Un gesto, quello di Bergoglio, destinato ad aprire un cammino di riconciliazione nella storia del Paese centroamericano e in quella della chiesa contemporanea.

Affidato alla regia di Maurizio Scaparro, uno dei grandi maestri del teatro italiano, "Il martirio del pastore" tiene conto degli ultimi tre anni di vita di Monsignor Romero ed è un'opera attualissima perché il “caso” del Vescovo ucciso sull’altare, il 24 marzo 1980, è in realtà ancora aperto: molte storie s’incrociano nella figura del prelato definito, tra l’altro, martire della guerra fredda. Le sue denunce contro la violenza, le torture e le sparizioni, le sue scarpe impolverate e il suo stare sempre dalla parte di chi ha bisogno, hanno fatto di lui un prete scomodo. Oggi per la Chiesa è un martire, per i campesinos sudamericani e per chi ama la sua figura, un santo da diversi anni.

Per chi ne ha ordinato la morte, la sua colpa è proprio quella di aver rotto il silenzio. Ai poveri dell'America Latina Romero aveva promesso: "Se verrò ucciso, risorgerò nel mio popolo".

Una scelta, quindi, carica di significati, quella della Fondazione Istituto Dramma Popolare, guidata da Marzio Gabbanini che, per i 70 anni, ha cercato la più completa aderenza agli obiettivi che si posero, nel 1947, i fondatori di questo teatro ancora unico in Italia: scuotere le coscienze.

In scena un cast d'eccezione: Antonio Salines, Edoardo Siravo, Gianni De Feo, Riccardo De Francesca, Eleonora Zacchi, Fabrizio Bordignon, Alessandro Scaretti, Michele De Girolamo, Marco De Francesca, Gabriella Casali. Lo spettacolo sarà ripreso a Roma al Teatro Belli nella stagione teatrale 2016-2017.

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