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Cinema: dai Blues Brothers a Kill Bill, tutti i film amati da Jovanotti

16 ottobre 2016 | 19.24
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Da 'The Blues Brothers' ("Una botta") a 'Saturday night Fever', un "film importante nella storia del cinema in cui non credeva nessuno, perché c'erano il sesso, il razzismo, la working class, e per un produttore americano all'epoca era impensabile produrlo", fino a 'Kill Bill', dove c'è "la prima scena in cui c'è un calcio sulle palle ad una donna". Jovanotti e il suo amore per il cinema in scena oggi alla Festa di Roma, dove il cantante ha incontrato il pubblico in un'intervista-incontro nella gremitissima Sala Sinopoli dell'Auditorium, stilando una lista di pellicole che hanno segnato la sua vita.

Tra questi, spicca l'insospettabile 'I 400 colpi' di Francois Truffaut, dove Lorenzo è stato colpito "dall'immensa solitudine di un bambino a Parigi, che mi ha coinvolto anche se non vivevo quella condizione. Lo vidi da bambino e mi identificai in questo bimbo e nella sua solitudine. Truffaut ha fatto con me quello che il cinema deve fare: farmi sentire meno solo", ha detto ai ragazzi accorsi a sentirlo.

Jovanotti sorprende poi passando dalla mestizia di Truffaut a 'Stand By me', per approdare al cinema del nostro paese con 'Yuppi-Du' ("Celentano mi ha insegnato la mania alta per i dettagli celata dietro un apparente improvvisazione") e l'ilarità di 'Altrimenti ci arrabbiamo', con Bud Spencer e Terence Hill.

"Bud Spencer assomigliava a mio padre - dice Jova - e questo mi permetteva di guardare mio babbo diversamente, con un potenziale di simpatia che quando sei piccolo in tuo padre non vedi. Mi piacciono le scene di distruzione, dove si rompe tutto. Serve per liberare in te quella parte molto connessa con l'infanzia in cui hai voglia di sfasciare tutto per poi ricostruire. Il cinema ha questa capacità di rappresentare la distruzione in maniera poetica, dove nessuno si fa nulla".

Nel corso dell'incontro c'è spazio anche per un commento al neo Premio Nobel per la Letteratura Bob Dylan.

"Credo sia un premio non alla musica pop ma a Bob Dylan, e ci sta assolutamente - dice il cantante - Non c'è dubbio che lui abbia la potenza che so di William Blake, anche se io non sono titolato per esprimere un'opinione".

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