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Cinema: Kabir Bedi, il mio prossimo film è alla Dan Brown

03 dicembre 2016 | 16.40
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Kabir Bedi con Selvaggia Velo
Kabir Bedi con Selvaggia Velo

"Sono molto felice di essere qui a Firenze. Il mio rapporto con l'Italia è cominciato con Sandokan dove il pubblico si è affezionato così tanto che quando vengo qui mi sento a casa". A parlare è l'attore Kabir Bedi, ospite d'onore del sedicesimo 'River to River Florence Indian Film Festival', diretto da Selvaggia Velo.

"Sono decisamente ancora molto attivo nell'industria cinematografica. Dopo essere stato qui - dice l'attore - andrò a Roma dove ho un incontro di lavoro. Uscirà presto il film 'The broken key' del regista torinese Louis Nero con Geraldine Chaplin e Rutger Hauer. È un genere alla Dan Brown, si indaga per decifrare manoscritti che ci aiutino a capire meglio il presente in cui viviamo".

L'attore, a cui stasera sarà consegnato dal sindaco di Firenze Dario Nardella l'onoreficenza 'Le chiavi della città', è al festival per presentare il suo ultimo lavoro, 'Mohenjo Daro' (un kolossal in costume ambientato nella valle dell’Indo del 2016 avanti Cristo, tra antiche civiltà, avidi tiranni e lotte di potere, per un epico peplum in salsa indiana) del regista Ashutosh Gowariker, che sarà proiettato domani alle 20.30, alla presenza del regista in prima italiana. Bedi presenta anche una maratona di episodi della serie televisiva 'Sandokan' del regista Sergio Sollima che lo ha reso famoso in tutto il mondo (da domenica 4 a giovedì 8 dicembre).

A proposito del suo rapporto con Sollima, ha aggiunto: "Sergio è stato per me come un padre, ha cambiato la mia vita e la mia carriera, e mi ha dato visibilità e fama internazionale. Lo ricordo con grande orgoglio e sono felice che adesso sia comunque annoverato tra i più importanti registi italiani".

E ha ricordato alcuni episodi avvenuti durante le riprese: "Una volta stavamo girando una scena in cui io mi trovavo faccia a faccia con una tigre, la troupe stava all'interno di una sorta di grande gabbia che avevano montato, mentre io e la tigre stavamo fuori dalla gabbia, e tutti mi chiedevano se fossi tranquillo, e che la tigre era tranquilla perché sedata. E allora io mi sono chiesto: se è così tranquilla, perché voi siete dentro la gabbia e io fuori? Io poi davanti alla tigre dovevo muovermi in un certo modo, e non ero del tutto sicuro che la tigre capisse che stavo recitando, magari pensava che stessi facendo sul serio, e c'è stato un momento in cui gli occhi della tigre hanno avuto un luccichio un po' sinistro ma non è successo niente".

Tra le tematiche del festival, che fino all'8 dicembre proporrà 25 film tra prime nazionali, europee, mondiali, e eventi collaterali, il ruolo della donna, a proposito del quale, Kabir Bedi ha affermato: "L'India è un grande paese, con diverse tradizioni e condizioni, nel Kerala il sistema è matriarcale ad esempio, e la posizione della donna in casa è molto forte, è lei che prende molte decisioni. C'è una grande diversità tra l'India cittadina e rurale. In città la donna lavora, esiste quasi un'uguaglianza con il proprio partner, soprattutto tra i più giovani. Nei paesi è un po' diverso, le donne sono più casalinghe, ma anche questo sta cambiando, tutta l'India sta cambiando".

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