"Volevamo avere esponenti del M5S ai nostri microfoni ma è stato deciso di non far venirli venire come punizione, per il fatto che nella nostra trasmissione di venerdì scorso, Di Maio non ha parlato dopo Renzi ma dopo Berlusconi. Questa si chiama 'bambinata'". Così Enrico Mentana durante lo speciale dedicato al referendum costituzionale andato in onda domenica sera ha spiegato il motivo per cui nessun esponente del Movimento Cinque Stelle ha preso parte alla diretta.
Nel mirino del direttore del TgLa7 è finito Rocco Casalino, responsabile della comunicazione dei Cinque Stelle, che avrebbe negato la partecipazione dei pentastellati alla trasmissione: "La protesta fatta da Rocco Casalino è del tutto fuori luogo - commenta Mentana - nella nostra trasmissione 'Sì o no', la collocazione nella giustapposizione dei protagonisti di Di maio era per Casalino incongrua e sottostimava il valore della presenza di Di Maio perché andava dopo Berlusconi".
"L'ex premier può essere considerato da Casalino, che dovrebbe avere lontani elementi di riconoscenza nei suoi confronti, o da qualsiasi altro come una figura deteriore - prosegue il direttore del TgLa7 - Ma è pur sempre stato presidente del Consiglio per 10 anni e leader di Forza Italia. Poteva benissimo stare in seconda posizione dopo Renzi e prima di Di Maio, che non è leader del M5S".
"Questo fatto - conclude Mentana - non è piaciuto all'ufficio comunicazione del Movimento Cinque Stelle, che crede di fare una ritorsione nei nostri confronti. In ambienti meno eleganti del nostro si può dire 'Chi se ne frega', siamo meno eleganti anche noi".
