"Non vado più al cinema e quello italiano è davvero noioso con queste pretese autoriali". Parola di Umberto Lenzi, regista 'cult' della stagione del genere 'poliziottesco' con Tomas Milan e Maurizio Merli. Autore adorato da Quentin Tarantino, tanto da essere citato in alcune sue pellicole e in tante interviste. Lenzi, classe 1931, da anni non dirige più ma di dedica all'attività di romanziere. L'ultimo giallo è 'Si muore solo due volte' (Golem Edizioni) con un nuovo personaggio il criminologo Renzo De Gemini.
"Al cinema non ci vado più da tempo perché non piace - racconta Umberto Lenzi all'AdnKronos - Come si fa a chiamare cinema quello che si fa senza pellicola. L'ultimo film che ho visto è quello di Sorrentino copiato da Fellini ('La Grande Bellezza' n.d.r.). Poi ho visto in Dvd il film di Martone su Leopardi, di una noia mortale. Io non capisco più questo cinema. Ai miei tempi facevo quello d'azione". Tra gli autori che il regista di Massa Marittima 'salva' c'è Quentin Tarantino: "E' un mio amico, un mio discepolo dice lui" e Matteo Garrone "'Gomorra' è piaciuto molto bello, poi però ha fatto quel film sulla favola...('Il racconto dei racconti' n.d.r.)".