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Parruccai, sarti e falegnami? I mestieri più richiesti all'Accademia della Scala

27 gennaio 2017 | 17.12
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 - Adnkronos
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Con la cultura si mangia. I numeri dell'Accademia del Teatro alla Scala di Milano mostrano che puntare sui mestieri che hanno a che fare con l’arte del palcoscenico ripaga economicamente. Il 70% degli allievi, una volta concluso il corso di formazione, trova lavoro nel settore dello spettacolo con picchi del 100% in campi come la sartoria, dove le maison dell'alta moda fanno a gara per assumerli. (FOTO)

Per chi studia sotto lo sguardo dei professionisti del Piermarini le opportunità sono diverse: fino a quaranta corsi per diventare scenografi, truccatori e parrucchieri, fotografi di scena, tecnici del suono o parruccai. Da chi calca la scena - ballerini, cantanti lirici e professori d’orchestra -, a chi lavora dietro le quinte, fino alla formazione dei futuri manager, l'ultima scommessa dell’Accademia. Un impegno full time - mille ore in media tra teoria e stage anche all'estero - che arriva dopo una dura selezione: quasi 2mila candidati l'ultima volta per 650 banchi a disposizione. Poco meno di 600 hanno tentato la selezione per 20 posti nella danza, 16 gli allievi sarti scelti tra circa 100 esaminati.

"Il livello, dopo una dura selezione, è veramente alto", spiega Luisa Vinci, direttore generale dell'Accademia del Teatro alla Scala, intervistata dall'Adnkronos. "Il numero di ore per corso e l'alta qualità dei docenti - artisti del Teatro alla Scala, ex allievi, professionisti di fama mondiale -, consentono una trasmissioni del savoir faire scaligero che altrimenti andrebbe perso. Il tasso di placement è molto alto, addirittura del 100% se parliamo di danza, trucco e parrucco, sartoria. Qui si impara un mestiere che poi può essere usato nel mondo del teatro oppure declinato in altre forme d'arte come il cinema o la televisione".

L'atmosfera, nelle aule di via Santa Marta e Campo Lodigiano, è di una bottega artigiana dove il maestro tramanda il mestiere all'allievo e la ricchezza del sapere non si disperde. Quattro i dipartimenti - Musica, Danza, Palcoscenico-Laboratori, Management - ampliati negli anni. La scuola di Ballo, diretta da Frédéric Olivieri, vanta tra gli ex allievi Carla Fracci e Roberto Bolle. Il volteggiare dei ballerini incanta: otto anni di corso per provare a essere la nuova étoile. Il dipartimento di Musica è quello più frequentato da stranieri. La melodia si articola nella voce di una promessa della lirica o nell'uso sapiente del mixer per un futuro tecnico del suono.

"Il Teatro alla Scala è un marchio internazionale e tra i più conosciuti" sottolinea Luisa Vinci. "Ci sono corsi in Accademia dove la percentuale di stranieri è altissima, parlo del canto vista la nostra tradizione lirica, ma ci sono anche corsi di palcoscenico particolarmente attrattivi. Molti gli studenti dell'Est Europa, tanti gli allievi orientali che chiedono di accedere, interessante la grande quantità di studenti di Centro e Sud America, laddove soprattutto per il Sudamerica c'è una tradizione operistica importante". Nessuna regione dello Stivale manca all'appello.

Nel dipartimento Palcoscenico-Laboratori nascono scenografie e costumi. Bastano ago e filo, insieme a tanto talento, per ricreare gli abiti di scena indossati da Maria Callas. Calchi, vernici ed effetti speciali trasformano volti in nuovi personaggi pronti a essere catturati dall'obiettivo del fotografo di scena. Le mani truccano e acconciano creando ogni genere di stile, quelle degli otto parruccai custodiscono i segreti di un'arte antica. Dietro il sipario c'è un mondo fatto di falegnami, elettricisti, macchinisti o attrezzisti. Talenti nascosti che rendono possibile lo spettacolo. L'arte è anche capacità gestionale, come dimostra la figura professionale del manager.

Per gli allievi - età media 22 anni - il passaggio dall'Accademia al mondo del lavoro nello spettacolo, in Italia e all'estero, ha elevate percentuali di successo e costi sostenibili, vista la possibilità di borse di studio.

"Noi abbiamo un pricing molto più basso rispetto ad altre realtà private - evidenzia Luisa Vinci, direttore generale dell'Accademia del Teatro alla Scala- e cerchiamo di aiutare i ragazzi che non hanno la possibilità di pagare la retta con delle borse di studio: circa 550 mila euro l'anno a favore dei ragazzi; soldi che arrivano grazie all'apporto di mecenati o sponsor. Mi viene da citare il Ministero degli Esteri che eroga borse di studio agli allievi stranieri, la Fondazione Bracco e la Fondazione Tim che ci aiutano nel promuovere e aiutare questi ragazzi, perché questa è una scuola di merito".

Tra i soci dell'Accademia, nata come fondazione nel 2001, anche Regione Lombardia, Comune di Milano, Camera di Commercio di Milano, Università Bocconi e Politecnico. L'obiettivo comune è sostenere una formazione all'avanguardia, senza dimenticare la tradizione, e con un'intensa attività di tirocinio 'sul campo': concerti, spettacoli, esposizioni, oltre al tradizionale appuntamento annuale con il 'Progetto Accademia', titolo inserito nella stagione della Scala. Sfide che completano il percorso formativo e trasformano gli allievi in maestri.

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