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Sanremo: Crozza, Conti-De Filippi promessi sponsor

07 febbraio 2017 | 22.44
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Sanremo: Crozza, Conti-De Filippi promessi sponsor

"Voi non avete idea di quanto sia felice di essere qui, intendo qui a Milano, perché lì non ci vengo. Faccio come Bob Dylan, me la tiro. Prima che mi tirino qualcosa dal pubblico". Maurizio Crozza inizia con l'autoironia sui fischi ricevuti all'Ariston nel 2013 la sua copertina pirotecnica per il festival 2017, dove ne ha per tutti, dai conduttori del festival al governo, al leader della Lega Nord Matteo Salvini, per finire con il sindaco di Roma, Virginia Raggi.

"Conti e De Filippi, Rai e Mediaset: Carlo pensaci bene perché l'ultima volta che un toscano ha fatto un inciucio del genere ha preso una bella batosta", dice Crozza. Che poi si trasforma in Renzi per un consiglio al conduttore del festival: "Non personalizzare mai, non dire che se va male il festival ti ritiri. Io in una settimana sono passato da Obama alle foto tra i pandori al supermercato. Tu ora sei il direttore artistico e poi ti tocca farlo condurre ad Amadeus, perché Gentiloni è un po' l'Amadeus della politica italiana...", sorride Crozza che paragona la scenografia del festival ad "una risonanza magnetica".

"Renzo e Lucia, Carlo e Maria, i promessi sponsor. La raccolta pubblicitaria della Rai durante Sanremo è pari ad una manovra finanziaria. Padoan vuole proporre all'Europa un Sanremo al mese per ripianare il debito".

Crozza passa poi a difendere Conti dagli attacchi di Salvini sul compenso per il festival: "Ha detto che il tuo compenso è vergognoso e che dovresti darlo ai terremotati. Ha ragione: io ai terremotati darei pure lo stipendio di Salvini. Che poi che lavoro fa Salvini? È pagato dall'Europa per dire che bisogna uscire dall'Europa. Sei stato costretto a dire che fai beneficenza: ma la beneficenza è come la puzzetta in ascensore: si fa ma non si dice". Ce n'è anche per Maria de Filippi che lavora gratis: "Non ha voluto nemmeno un voucher di Poletti. Io col caz.. che lavoro gratis!"

Crozza ha la soluzione: "La vera beneficenza è pagare le tasse. Se le pagassimo tutti lo Stato avrebbe i soldi per fare tutto. Carlo, ti ho rovinato gli ascolti, perché ho ricordato agli italianii di pagare le tasse, ma per farmi perdonare ti ho fatto una polizza sulla vita", dice introducendo il capitolo Raggi. "A me la Raggi piace da morire. Con quel suo sorriso, a tratti assente, che può sembrare scema e invece è sindaco. Ma bisogna essere proprio sindaco per pensare di governare Roma", dove "Jocker gioca con le municipalizzate e Batman è bloccato in coda sul raccordo anulare". Allora che fare? "Faccciamo più capitali: Torino amministrativa, Milano legislativa e Roma giudiziaria". La conclusione è di nuovo per i due conduttori: "Perché non fate voi i sindaci. Carlo Conti all'inizio lavorava in banca in Toscana, Maria ha tentato la carriera in magistratura. Se aveste proseguito vi sareste incontrati lo stesso".

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