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Mostre: in 'Maschere Collection' l'altro volto delle star negli scatti di Porcarelli

14 febbraio 2017 | 14.47
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Kasia Smutniak - (Claudio Porcarelli)
Kasia Smutniak - (Claudio Porcarelli)

Una mostra digitale per approfondire un tema caro a Venezia e alla Commedia dell’Arte, un’occasione per riflettere sulla storia della maschera e sul bisogno che l’uomo manifesta reinventando la sua identità. E' 'Maschere Collection – La reinvenzione dell’io', curata dell’architetto Laura Villani che, accanto ad immagini di maschere appartenenti alla storia della città che più di ogni altra ama il Carnevale, propone una lettura contemporanea del tema attraverso ritratti di personaggi celebri ad opera di un importante esponente dell’arte contemporanea internazionale, il fotografo Claudio Porcarelli.

Dal 19 al 28 febbraio, negli spazi espositivi dell’antico convento di San Salvador, attuale sede del Tim Future Centre, una esposizione inserita nel programma del Carnevale Culturale di Venezia che sarà inaugurata domenica prossima alle 17,30.

Protagonisti della mostra ottanta personaggi e celebrità ritratti da Porcarelli fra i quali Kasia Smutniak, Jovanotti, Alessandro Gassman, Denis Hopper, Fiorello, Christian De Sica, Bud Spencer, Terence Hill, Loredana Bertè, Renato Zero, Nancy Brilli, Lino Banfi, Gianni Morandi, Sabrina Ferilli, Vittorio Gassman, Javier Bardem, Elena Sofia Ricci, Massimo Ghini, Ilary Blasi, Isabella Ferrari, Kabir Bedi, Kevin Kostner, Monica Bellucci, Mariangela Melato, Raul Bova, Michael Schumacher, Antonio Albanese, Asia Argento, Mario Monicelli, Carlo Verdone, Luca Tommassini, Patty Pravo, Lucio Dalla, Ricky Tognazzi, Gigi Proietti.

Una serie di fotografie di personaggi del mondo dello spettacolo, dell’arte, del design, della moda e dell’architettura, ritratti nell’atto di celare o declinare la propria identità.

La maschera come protesi dell’io che può utilizzare per il mascheramento oggetti di uso comune quali occhiali da sole, cappelli dalle tese abbassate, velette per sguardi misteriosi ed enigmatici, sciarpe avvolgenti, baveri alzati, ventagli maliziosi, trucchi femminili, ma anche tatuaggi. Un aspetto camuffato che ci protegge dalla 'scomoda' nudità dell’io e che ci accompagna nella recita della vita.

'Maschere Collection – La reinvenzione dell’io' mette a fuoco, quindi, la possibilità offerta dalle maschere per alienarsi dalle convenzioni spazio-temporali e proiettarsi all'interno di un mondo di alterazione delle consuetudini e convenienze sociali, come accadeva un tempo in occasione del Carnevale di Venezia dove per sei mesi era consentito celare la propria identità, proteggere la propria privacy e, in un certo qual modo, perdere la propria identità per assumerne un'altra in una sorta di migrazione delle convenzioni teatrali nel quotidiano.

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