Un nuovo sodalizio su Rai2. Crimine e aldilà si incontrano per un racconto che sfiora il fantasy con i piedi per terra. E 'La porta rossa', serie tv di Rai 2, ideata da Carlo Lucarelli e Giampiero Rigosi per la regia di Carmine Elia che sarà in onda da mercoledì 22 febbraio per sei prime serate in 12 puntate e che oggi è stata presentata alla Casa del Cinema di Roma alla presenza, fra gli altri, del direttore di Rai Fiction Tinni Andreatta, di Raidue Ilaria Dallatana e del cast.
Nata dalla collaborazione tra Rai Fiction e Vela Film, 'La porta rossa' racconta la storia di Leonardo Cagliostro (Lino Guanciale), ispettore di polizia che torna dall’aldilà per investigare sulla sua stessa morte e per vegliare sulla moglie e collega Anna (Gabriella Pession).
"E' stato un grande lavoro di scrittura, ideato da Carlo Lucarelli con Giampiero Rigosi, in linea con i nuovi progetti di Rai 2 basati sulla diversificazione - ha detto Tinni Andreatta, direttrice di Rai Fiction, durante la conferenza stampa - Vogliamo creare prodotti che mantengano lo spirito della Rai, rete generalista dall’animo popolare, ma aperti a un pubblico più ampio, giovane e moderno. Ne è dimostrazione il fatto che Studio Canal si è innamorata della serie e l’ha comprata per distribuirla internazionalmente".
"La capacità della rete di parlare al pubblico trova nella fiction un passaggio fondamentale. Con 'La porta rossa' apriamo il genere crime a nuove suggestioni come il fantasy, arricchendo la serie attraverso modernità e stratificazione di generi", ha evidenziato Ilaria Dallatana, direttrice di Rai2.
"Era chiaro che sarebbe stato faticoso il lavoro durante le riprese - ha detto l'attore Lino Guanciale a proposito del lavoro svolto sul set - ma in fase di preparazione c’è stato un lavoro realizzato con tale accuratezza che tutto era già chiaro e preparato. Anche se il mio personaggio è un fantasma, ho tentato di ‘esistere’ il più possibile in scena, nonostante i miei colleghi recitassero facendo finta che io non fossi presente!".
Il tema di questa serie tv "è uno spunto di riflessione - ha evidenziato Gabriella Pession - La morte può diventare un dono per un ritorno alla spiritualità, della quale c’è sempre bisogno. Io credo che esista qualcosa nell’aldilà, e penso sia importante portare sul piccolo schermo questo tema affinché lo spettatore ne sia stimolato".