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Cinema

Addio al regista Pasquale Squitieri

18 febbraio 2017 | 13.43
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Il regista Pasquale Squitieri(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Il regista Pasquale Squitieri(Fotogramma) - FOTOGRAMMA

Si è spento a Roma, all'ospedale Villa San Pietro, il regista Pasquale Squitieri. Era nato a Napoli il 27 novembre del 1938. La notizia è stata diffusa questa mattina dai familiari. La camera ardente sarà allestita domani dalle 11 alle 18 sempre presso l'Ospedale Villa San Pietro, mentre i funerali saranno celebrati lunedì alle 15 nella Chiesa degli Artisti di Piazza del Popolo a Roma, come comunica all'Adnkronos la figlia del cineasta, Paola Squitieri. "Abbiamo appena preso accordi con la Chiesa degli Artisti. Ci sentiamo dei figli privilegiati ad avere avuto un padre come Pasquale Squitieri", aggiunge la figlia che, nata dal primo matrimonio del regista con Silvana Filotico, ha una sorella maggiore, Vittoria, e un fratello minore, Mario.

"Tutti e tre - spiega Paola Squitieri - abbiamo sempre lavorato con papà: io come aiuto regista, mio fratello come operatore e Vittoria si è occupata di pubblicità. Per un periodo abbiamo anche avuto una società di produzione, la Vidi Srl". Dalla successiva relazione con l'attrice Claudia Cardinale "che è diventata la nostra seconda mamma", dice Paola, è nata "nostra sorella Claudine, che amiamo follemente".

Dalla mafia alla droga, dal terrorismo alle cosiddette 'morti bianche' fino all'immigrazione. Sono questi i temi che Pasquale Squitieri, uno dei grandi artigiani del cinema italiano, ha da sempre affrontato nel suo cinema, non senza una iniziale incursione nel genere spaghetti western. Ma la fama di Squitieri, che è stato anche uomo politico eletto al Senato nel 1994 nelle liste di Alleanza Nazionale, è dovuta soprattutto ai suoi film storico-politici, l'ultimo dei quali, 'Li chiamarono... briganti!' del '99 sul brigantaggio postunitario, ha suscitato molte polemiche.

Era stato legato a Claudia Cardinale, che aveva anche recitato in molte sue pellicole come 'Il prefetto di ferro', 'Corleone', 'Claretta', fino allo stesso 'Li chiamarono... briganti!'. Dal 2003 aveva avviato un rapporto sentimentale con l'attrice Ottavia Fusco, che aveva sposato nel 2013.

Negli anni '60 Squitieri è un bancario: con la sua laurea in Giurisprudenza ha un posto al Banco di Napoli. Ma la passione per il cinema ha la meglio e l'esordio sul grande schermo arriva nel '69 come regista e sceneggiatore con 'Io e Dio', prodotto da Vittorio De Sica. Dopo un'incursione nel genere spaghetti western con lo pseudonimo William Redford e due pellicole ('Django sfida Sartana' del 1970 e 'La vendetta è un piatto che si serve freddo' del 1971), l'attenzione di Squitieri si concentra su tematiche sociali e d'attualità, firmando col suo vero nome pellicole come 'L'ambizioso' (1975), 'Il prefetto di ferro' (1977), con Giuliano Gemma nei panni del temibile prefetto Cesare Primo Mori, e 'Corleone', tutti e tre sulla mafia, accanto a film come 'Viaggia, ragazza, viaggia, hai la musica nelle vene' del 1974, sul tema della droga.

A queste pellicole Squitieri alterna quelle a sfondo storico-politico, come 'I guappi' del '73, 'Claretta' dell''84 con la Cardinale nei panni di Claretta Petacci, e 'Li chiamarono... briganti!' del '99. Una produzione che affianca l'attività politica di Squitieri, iniziata con Lotta Continua, dove nel 1971 pubblica un'autodenuncia in cui esprimeva la propria solidarietà nei confronti di alcuni militanti e direttori del quotidiano inquisiti per istigazione a delinquere.

Poi, nel corso degli anni, lo spostamento a destra con la candidatura di Squitieri nel '94 nelle liste di Alleanza Nazionale e la sua elezione in Senato, dove fa parte di diverse commissioni tra le quali la Vigilanza Rai. Nel '96 la ricandidatura a Palazzo Madama con il Polo per le Libertà nel collegio di Nola, dove però è sconfitto dall'avversario dell'Ulivo, Aldo Masullo.

IL RICORDO DI GIORDANO BRUNO GUERRI - "Squitieri era durissimo, sul set come nella vita" dice lo scrittore, giornalista e storico Giordano Bruno Guerri che da Squitieri è stato diretto in 'Stupor Mundi', un lungometraggio del 1998, tratto dal poema drammatico 'Ager sanguinis' di Aurelio Pes, il cui titolo corrisponde all'appellativo riservato in epoca medievale all'imperatore Federico II di Svevia.

Nel film, che fu voluto dall'allora presidente della Fondazione Federico II, Nicola Cristaldi, per i 900 anni del Parlamento siciliano, Giordano Bruno Guerri recita la parte di un personaggio storico, Pier delle Vigne, che fu al servizio dell'imperatore. "Recitavo con Claudia Cardinale, non male per un tardo esordio nel cinema - ricorda Giordano Bruno Guerri conversando con l'AdnKronos - Lui era durissimo, sul set come nella vita. Con me era gentilissimo, io però non ero un professionista del cinema, e non ero neanche pagato, ma l'ho visto trattare con estrema severità, se era il caso, attori e tecnici. In ogni caso nel suo lavoro indubbiamente era bravo".

Squitieri e Giordano Bruno Guerri avrebbero dovuto condividere un'altra avventura: all'inizio del 2007 venne diffusa la notizia della messa in cantiere di una fiction tv con il titolo 'Lo sbirro' che il regista avrebbe diretto per Odeon Tv e che sarebbe dovuta andare in onda nell'autunno successivo. Al progetto, come attore, avrebbe dovuto partecipare anche il conduttore televisivo Gianfranco Funari, per molti anni 'volto' principale di Odeon Tv, che morì l'anno successivo. "L'idea c'era ma il progetto non si concretizzò mai, in realtà neanche iniziammo a scrivere la sceneggiatura", ricorda Giordano Bruno Guerri.

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