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Chiara: "Ho cambiato tutto per ritrovare me stessa"

23 febbraio 2017 | 16.29
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Chiara in studio con Mauro Pagani
Chiara in studio con Mauro Pagani

di Antonella Nesi

"Sono cambiata per tornare fedele a me stessa. E questo album, grazie anche al prezioso contributo di Mauro Pagani, è frutto soprattuto di un lavoro di sottrazione: mi sono liberata di tutta una serie di sovrastrutture che alla fine mi avevano bloccato". Chiara Galiazzo, in arte semplicemente Chiara, introduce così il suo album della svolta, "Nessun posto è casa mia", che esce domani, anticipato dal singolo omonimo, con cui ha partecipato per la terza volta in gara al Festival di Sanremo, e prodotto da Mauro Pagani.

"Non mi ero mai fermata da quando nel 2012 avevo vinto 'X Factor': ho fatto due dischi nel 2013 e nel 2015 e ad un certo punto avevo un po' perso la direzione. Poi ho capito che per fare le cose per bene bisogna prendersi il tempo giusto e mi sono fermata per un anno e mezzo. Ho lavorato su di me, ho fatto analisi, ho cambiato alimentazione e sono anche tornata ad innamorarmi. Ed ora eccomi qui: ho 30 anni e qualche insicurezza in meno. Nel nuovo album c'è tutto questo!", spiega Chiara, che nelle prossime settimane sarà impegnata in un instore tour (prima tappa domani alla Feltrinelli di Piazza Piemonte a Milano, ore 18) e poi in un vero e proprio tour, che prenderà il via con un'anteprima il 23 aprile al Blue Note di Milano.

A 'Nessun posto è casa mia' hanno collaborato firme del calibro di Pacifico, Daniele Magro, Marco Guazzone, Giovanni Caccamo, Virginio, Edwyn Roberts e Stefano Marletta, Niccolò e Carlo Verrienti, oltre alla stessa Chiara che ha partecipato alla scrittura di 4 brani (“Buio e luce”, “Grazie di tutto”, “Fermo immagine”, “Chiaroscuro”). Ed è il frutto di un anno e mezzo di ricerca e lavoro iniziato nel salotto di casa di Chiara e terminato ai leggendari Officine Meccaniche Recording Studios. C’è Chiara in ogni singola scelta di questo album: dalla simbologia della copertina, alla scelta degli autori che è andata personalmente a cercare, alla doppia anima riflessiva e leggera. Ma tutto è accaduto sotto la 'guida' di Mauro Pagani che, con il suo inconfondibile tocco, ha donato a questo album omogeneità ed eleganza. "In realtà - afferma Pagani - non ho dovuto far altro che aiutarla a far accadere quel che era già in atto dentro di lei in questo suo rinnovato percorso artistico. E’ bastato aver cura che voce e parole avessero intorno tutto lo spazio possibile, evitando che altri suoni e strumenti, pur necessari all’arrangiamento, si frapponessero tra chi racconta e chi ascolta".

Il nucleo originario dell’album è rappresentato da quelle che Chiara ama definire "le canzoni del salotto", provini nati in lunghi pomeriggi alla tastiera nel salotto della casa che Chiara divide da anni con le sue storiche coinquiline: “Buio e luce”, “Fermo immagine” e “Grazie di tutto” ("un brano-lettera con cui mi congedo senza rancore da un amore finito, che in quel momento era quello che mi stava accandendo non senza qualche sofferenza") co-scritte con i giovani autori emergenti Edwyn Roberts e Stefano Marletta. Poco dopo è arrivata “Chiaroscuro” di Virginio, un autore che Chiara ha sempre apprezzato e con cui ha scritto questo testo, il cui messaggio principale è "l’importanza di saper dare un valore a se stessi".

Proseguendo la ricerca dei brani, a Chiara torna alla mente un brano inedito di Marco Guazzone "che era stato proposto e poi non scelto da un altro concorrente di X Factor del 2012". Chiara chiama Marco e gli canticchia al telefono il motivo che ricordava. Lui riconosce subito “Le leggi di altri universi”. E porta la firma di Guazzone anche “Le ali che non ho”, un brano che Chiara ama molto "per il suo gusto vintage".

Ma il primo brano che Chiara e Mauro Pagani provinano in studio è proprio “Nessun posto è casa mia” di Niccolò e Carlo Verrienti e la decisione di presentarlo a Sanremo "è immediata perché questo brano incarna alla perfezione il cambiamento" che Chiara sta vivendo. I Verrienti firmano anche “Quel bacio”, una canzone apparentemente leggera ma intelligente, perfetta nell’ equilibrio tra il testo e la melodia e di sentimenti legati all’ adolescenza. "È il primo brano in cui nomino un bacio e rispecchia il momento sereno che sto vivendo adesso anche dal punto di vista sentimentale", ammette.

Poi Chiara torna a bussare alla porta dell’amico di sempre Daniele Magro, con il quale aveva già collaborato e che aveva scritto, senza saperlo, una canzone perfetta per l’attuale sentire di Chiara dal titolo “Il cielo” il cui senso è racchiuso nel verso “Il cielo che cos’è se non un limite” e che è "la prima traccia e un po' anche il manifesto dell’intero album".

Un altro giovane e talentuosissimo autore fortemente voluto da Chiara "per il suo modo di scrivere raffinato e quasi d’altri tempi" è Giovanni Caccamo che ha scritto per lei “Sentirò respirare”. "Era da un po' che volevamo collaborare e quando ho sentito questo pezzo, ho pensato che aveva perfettamente capito che tipo di disco volevo fare", sottolinea Chiara.

Torna in questo progetto anche la prestigiosa firma di Pacifico con il brano “I giorni più belli”, l’ultimo ad essere stato registrato in ordine di tempo, un profondo testo sulla crescita, le paure e l’evoluzione personale di una donna di trent’anni. "Questa è l’ultima canzone che abbiamo registrato per il disco - racconta Chiara - appena l’ho ascoltata sono rimasta stupita dalle parole di Gino: aveva interpretato esattamente le paure per il futuro di una donna che si affaccia ai 30 anni, e che coincidevano con le mie".

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