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Rai: ragazzi dietro le quinte guidati da Carlo Conti, è 'Porte Aperte'

16 marzo 2017 | 18.21
LETTURA: 7 minuti

da sinistra, fra i ragazzi dell'Istituto Omnicomprensivo di Amatrice, Carlo Conti, Giovanni Parapini e Antonio Campo Dall'Orto
da sinistra, fra i ragazzi dell'Istituto Omnicomprensivo di Amatrice, Carlo Conti, Giovanni Parapini e Antonio Campo Dall'Orto

Trentatremila ragazzi nei prossimi tre anni potranno sbirciare dietro le quinte della Rai, là dove registi, autori, giornalisti, truccatori, fonici, produttori, cameramen, scenografi, conduttori, speaker, costumisti e conduttori lavorano per realizzare i programmi tv, radio e web che vediamo. E sarà proprio uno dei conduttori portanti della rete ammiraglia, Carlo Conti, a fare da Cicerone alla prima scolaresca che è entrata oggi in Azienda per conoscerne le professionalità, partendo dalla Radio di cui Conti è direttore artistico. 'Porte Aperte', infatti - questo il nome del progetto ideato dalla Direzione Comunicazione Rai guidata da Giovanni Parapini e sviluppato con la direzione Risorse Umane - oggi ha accolto una scuola media inferiore e superiore dell'Istituto Omnicomprensivo di Amatrice.

Ma è solo l'inizio di un "progetto che ci ha fatto bene all'anima, di cui tutti abbiamo bisogno e che speriamo possa durare oltre noi - ha detto il direttore Parapini nella conferenza stampa organizzata in Via Asiago a Roma - Un progetto gratuito, un patto di fiducia e di unione con il Paese attraverso le nuove generazioni. Un patto per la conoscenza e per la riconoscenza che permetterà alla Rai anche di restituire quello che ha ricevuto in questi anni. Una iniziativa al 100% servizio pubblico, al 100% dentro la Rai e al 100% in linea con l'obiettivo dell'Azienda di diventare una media company".

Anche il Dg Rai Antonio Campo Dall’Orto ha evidenziato con orgoglio questo progetto che apre le porte dell'Azienda agli studenti italiani, dalle scuole primarie e secondarie agli universitari. "Noi crediamo - ha rimarcato - che il nostro compito sia fare il più possibile per fare ciò che include il maggior numero di persone. E' molto importante per noi dare un segnale di inclusione. Noi in quanto servizio pubblico dobbiamo costruire ponti e, in questo caso, si tratta di un ponte da costruire con una parte di cittadini che è ancora in una fase di sviluppo. Crediamo ci siano mestieri, che qui in Rai facciamo quotidianamente, che possono essere davvero importanti per tutti i ragazzi".

Non a caso Carlo Conti ha chiesto alle professionalità dell'Azienda presenti in sala di raccontare ai ragazzi quanti mestieri vi siano in Rai, prestandosi poi alle domande di tutti con la giocosità che lo contraddistingue ma anche condividendo qualche riflessione: "Se al titolo del progetto 'Porte Aperte' togliamo 'Porte' e poi togliamo la 'A' diventa 'Per Te' che è il nuovo slogan della Rai che a me piace molto. Una Rai che è di tutti noi e c'è per tutti noi. Una Rai di cui all'esterno si vede solo la punta dell'iceberg. Sotto, infatti, ci sono moltissime professionalità che lavorano con passione e senza le quali nulla potrebbe funzionare di quello che vedete in tv".

"Pensate - ha fatto un esempio Conti - a chi riprende me durante le conduzioni se non facesse in modo perfetto che cosa accadrebbe? O pensate ai truccatori di 'Tale e Quale': quest'anno Manlio Dovì aveva un naso più grosso del mio e invece doveva fare personaggi con un naso piccolo piccolo! - ha scherzato - Ma è fondamentale anche la signora che sale sul palcoscenico e lo pulisce in modo che, una volta in onda, tutto brilli", ha fatto notare Conti, lasciandosi andare a un "piccolo consiglio da fratello maggiore o al massimo da zio - Non è importante che mestiere si farà, se implicherà l'apparire o non apparire in tv, ma è importante farlo al massimo delle proprie possibilità!".

"Non fate la gara con quello che fanno gli altri ma fate il meglio di cui siete capaci e non mollate mai gli obiettivi che avete. Io sognavo di fare il conduttore sin da bambino. E già allora mi esercitavo con un mestolo. E anche quando una volta un provino non andò proprio bene, perché mi dissero che avevo gli occhi troppo vicini fra loro, sono andato avanti e oggi sono qui!", ha sottolineato ai ragazzi, accompagnato dalla speaker di Radio2 Andrea Delogu che oggi ha moderato l'incontro, intervistando anche truccatori, registi, tecnici audio e tanti altri per far comprendere agli studenti in cosa consistano i mestieri di Casa Rai.

"Vogliamo portarvi dentro una macchina per farvi vedere i contenuti - ha detto Campo Dall'Orto rivolto ai ragazzi - Il nostro lavoro è fatto dalla somma di tanti mestieri e abbiamo la speranza di aprire un dialogo con voi attraverso la conoscenza e di riuscire anche ad affascinarvi e appassionarvi: un'Azienda come questa, se vuole proseguire nel tempo, deve riuscire a fare in modo che i talenti possano trovare qui un luogo dove cimentarsi".

Ed è per questo che tutto è stato studiato nel minimo dettaglio. 'Rai Porte Aperte' si compone, infatti, di attività differenziate in base alle classi e alle età degli studenti. Per i più piccoli, i bambini degli ultimi anni della scuola dell’infanzia e delle elementari (5-10 anni), il progetto prevede visite ludico didattiche al Centro di Produzione Tv di Torino, polo specializzato in produzione tv per ragazzi; un laboratorio dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai a Torino per avvicinarli alla musica classica e far conoscere gli strumenti dell’orchestra; visite presso centri di produzione radio tv sparsi su tutto il territorio nazionale, da Ancona a Cagliari, da Torino a Palermo.

Per gli studenti della scuola secondaria di primo grado (11-13 anni), sono possibili visite didattiche nei 4 Centri di produzione tv (Torino, Milano, Roma e Napoli), nel Centro di Produzione Radio di via Asiago a Roma, e in tutte le 17 sedi regionali e presso le redazioni dei Tg nazionali e della Tgr. Lo stesso vale per gli studenti della scuola secondaria di secondo grado (14-19 anni), a cui si aggiungono anche la possibilità di visite presso il Centro Ict e il Centro Ricerche e Innovazione Tecnologica (Crit), entrambi a Torino, e moduli didattici di alternanza scuola-lavoro.

Per gli studenti universitari e per le scuole di specializzazione, sono possibili visite presso il Centro Ict e il Centro Ricerche e Innovazione Tecnologica (Crit) e possibilità di tirocini presso le strutture nazionali e regionali Rai. I percorsi di formazione nel mondo del lavoro vengono realizzati in ottemperanza della legge sulla Buona Scuola e in collaborazione con gli istituti scolastici. Infine, per gli studenti di ogni classe di età, visite al Museo della Radio e della Tv di Torino. Il Museo raccoglie circa 1500 strumenti tecnici, dal telegrafo di Guglielmo Marconi alla radio moderna e agli smartphone, che raccontano l’evoluzione del mezzo radiotelevisivo.

Insomma le possibilità per i ragazzi sono molte ma, come ha precisato il Direttore delle Risorse Umane Paolo Galletti, "nessuno dei percorsi del programma 'Porte Aperte' avrà come sbocco diretto l'assunzione. Per questo - ha precisato - in Rai ci sono i concorsi pubblici".

Intanto la nuova avventura oggi ha preso il via nel solco di un grande obiettivo fatto di intenti chiari passati in rassegna dal suo ideatore, il direttore Parapini: "Vogliamo essere plurali, inclusivi, universali. Vogliamo essere forti nelle radici: quello che abbiamo trovato di bello in Rai, vogliamo mantenerlo e migliorarlo. Vogliamo essere concentrati nel presente perché abbiamo tantissime cose da fare. E vogliamo essere proiettati verso il futuro che vuol dire arrivare ad essere una media company".

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